Il quantitativo massimo è di 5 grammi al giorno ma è quasi sempre raddoppiato
Uno studio statunitense compiuto su 4.200 ragazzi, tra gli otto e i 18 anni, ha messo in evidenza i problemi causati dal cosidetto “sale nascosto”, quello contenuto nei cibi precotti e confezionati (circa il 54%) e nei cibi freschi (10%). Il restante, 36%, invece, viene aggiunto da noi durante i pasti.
“Una riduzione del contenuto di sale – hanno riferito i ricercatori – comporta una minor assunzione del contenuto di sodio e la pressione massima e minima diminuirebbero. E’ lo stesso risultato che si avrebbe se il nostro peso corporeo scendesse di 10 chili”.
Anche il Ministero della Salute, nel 2009, aveva fatto un accordo con i produttori di pane per diminuire il contenuto di sale del 15%, entro il 2011. L’industria alimentare, nel rispetto degli accordi presi, si è indirizzata verso prodotti a basso contenuto di sodio, mantenendo così l’impegno preso per combattere ipertensione e obesità.