“Dalla ricerca risulta che gran parte della popolazione non ha un corretto apporto di Vitamina D, che dovrebbe essere garantito, oltre che con l’esposizione al sole, grazie all’assunzione di latte e uova” sottolinea Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano. I dati evidenziano che il 77% degli italiani non assumono correttamente latticini, mentre il 23% non mangia il giusto quantitativo di uova.
“Il 50% della popolazione – continua Carruba – consuma meno latte e uova di quanto indicato dalla Dieta Mediterranea e di conseguenza risulta ridotto anche l’apporto di Vitamina D, micronutriente fondamentale per la salute delle nostre ossa e del nostro sistema immunitario“.
La vitamina D favorisce infatti l’assorbimento intestinale di calcio ed è quindi cruciale per la salute delle ossa e la prevenzione e cura dell’osteoporosi. Ma ha anche un ruolo di grande rilievo come immunomodulatore; come tale può risultare importante nell’artrite reumatoide, nel lupus, nella spondiloartrite, fibromialgia, vasculiti.
Inoltre, evidenze sul ruolo della vitamina D riguardano anche la salute del cuore, in particolare della funzione ventricolare sinistra Kestenbaum B, Katz R, de Boer I et al (2011) Vitamin D, parathyroid hormone, and cardiovascular events among older adults. J Am Coll Cardiol 58:1433–1441 e sulla prevenzione della calcificazione delle arterie Watson KE, Abrolat ML, Malone LL et al (1997) Active serum vitamin D levels are inversely correlated with coronary calcification. Circulation 96:1755–1760.
Questa diffusa carenza è risultata in una popolazione in condizioni di benessere sociale e buone abitudini alimentari. Il problema quindi è attribuibile anche a una ridotta esposizione alla luce solare.
“Oggi buona parte della popolazione, soprattutto nelle stagioni fredde, trascorre la maggior parte del tempo in ambienti chiusi, come uffici, scuole, case – aggiunge Carruba – Risulta perciò fondamentale, soprattutto in vista dei prossimi mesi, prestare maggiore attenzione al rischio di una possibile carenza di Vitamina D”