Le cinque regole per combattere l’invecchiamento precoce

Le cinque regole per combattere l’invecchiamento precoce

Indagine nazionale sullo stile di vita degli italiani

Sappiamo che la popolazione italiana sta invecchiando, i dati Istat 2011 indicano che gli over 65 sono aumentati di circa due milioni di unità negli ultimi 10 anni, il 20,8% degli individui. In aumento sono anche gli over 85. Quello che non sappiamo è se la popolazione sta invecchiando precocemente, cioè se l’età biologica sia superiore a quella anagrafica e di conseguenza gli organi e i sistemi dell’organismo siano più o meno efficienti rispetto a quanto dovrebbero. Molti studi dimostrano che lo stile di vita nei paesi industrializzati logora: inquinamento, stress, alimentazione, tanti sono i fattori che ai giorni nostri inducono all’invecchiamento precoce.

Ma ecco le cinque buone regole per contrastare l’invecchiamento: introdurre tre porzioni di frutta al giorno, variare i colori e preferire la frutta di stagione. Assumere almeno due – tre porzioni al giorno di verdura. Può essere utilizzata come contorno, cotta o cruda, variando i colori e le qualità oppure come piatto unico creando fantasiose “insalatone”. Assumere cereali a ogni pasto, alternando i prodotti raffinati con quelli integrali. Consumare tutti i tipi di pesce, almeno due volte alla settimana, variandone la qualità. L’acqua è fondamentale per soddisfare i propri fabbisogni d’idratazione. Chi non beve volentieri acqua naturale può utilizzare anche quella frizzante, se non soffre di gastrite o meteorismo.

Un’indagine dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano ha verificato quanto lo stile di vita delle persone aiuti a evitare o contrastare l’invecchiamento precoce, quindi diminuire il rischio di contrarre malattie nel corso della vita (non solo in età avanzata), ma anche avere un aspetto ed una efficienza migliori. Si tratta di fattori detti modificabili, cioè dipendenti dal nostro atteggiamento. A un campione di 1.453 persone (77% femmine 23% maschi) è stato somministrato un questionario contenente 15 domande, per tracciare il profilo del soggetto: età, sesso, peso, altezza, attività fisica, fumo e abitudini alimentari. Il campione è stato diviso in tre fasce d’età (18-30, 31-60, over 60) e i dati emersi sono stati confrontati con i più importanti fattori modificabili per valutare il grado di contrasto all’invecchiamento precoce della persona: il peso e relativo indice di massa corporea (BMI), l’assunzione regolare e bilanciata di alimenti con nutrienti protettivi, l’attività fisica, il fumo.

Dai dati antropometrici è emerso che il 60% del campione è normopeso (BMI compreso tra 18,5-24,9), il 26% sovrappeso e il 9% obeso (BMI superiore a 30). Il BMI aumenta con l’età. Si passa da una prevalenza di normopeso dell’80% tra i 18-30 anni, al 37,4% dopo i 60 anni, mentre i sovrappeso o obesi sono l’8,3% i più giovani e il 46% i più anziani. Da tempo la letteratura scientifica segnala che all’aumentare dell’età aumenta il BMI, ma l’entità dell’aumento evidenziato dall’indagine è davvero elevata. Paradossalmente, valutando le abitudini alimentari, emerge che mangiano meglio le persone sopra i 60 anni (più frutta, più verdura, più pesce) rispetto ai giovani.

“Possiamo pensare che le persone più anziane siano quelle con le migliori abitudini alimentari da sempre: mangiare correttamente è un fattore importante sull’aspettativa di vita – spiega la dottoressa Michela Barichella, responsabile medico della SS di Dietetica e Nutrizione Clinica ICP di Milano – In particolare, dai dati dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano, risulta che gli anziani, rispetto ai giovani, assumono più alimenti ricchi di antiossidanti e nutrienti protettivi come alcune vitamine e minerali e i grassi omega 3”.

Sebbene la maggior parte delle abitudini emerse siano migliori negli ultra sessantenni, abbiamo una controtendenza per quanto riguarda il consumo dell’acqua. Il 22% degli intervistati sopra i 60 anni assume meno di 0,5 litri di acqua al giorno e solo il 33% introduce più di 1,5 litri al giorno. “Molte persone bevono poco – commenta la dottoressa Barichella – soprattutto quelle che ne hanno più bisogno. Infatti, secondo i LARN (livelli di assunzione dei nutrienti raccomandati per la nostra popolazione), gli anziani dovrebbero assumere 2-2,5 litri di acqua al giorno, quantità davvero lontana da quella che realmente viene utilizzata”.