L’acufene è una condizione caratterizzata dalla percezione di un fischio, ronzio o fruscio nelle orecchie che non proviene da fonti esterne. Si tratta di un disturbo molto diffuso, che può manifestarsi in modo occasionale oppure diventare una presenza costante e difficile da ignorare. Chi ne soffre sa bene quanto possa influire sulla qualità della vita, disturbando la concentrazione, il sonno e il benessere emotivo.
Negli ultimi anni si è diffuso un crescente interesse per approcci naturali e complementari in grado di ridurre il fastidio legato a questo disturbo. Tra questi, lo yoga per acufeni si sta rivelando una pratica sempre più apprezzata, perché unisce esercizi di respirazione, rilassamento e posizioni che favoriscono la calma interiore e la riduzione dello stress. Non si tratta di una cura miracolosa, ma di un sostegno che può contribuire ad attenuare l’intensità del sintomo, migliorando il rapporto con il proprio corpo e la propria mente.
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Cosa sono gli acufeni
Come abbiamo accennato, l’acufene è un disturbo dell’udito che si manifesta come la percezione costante o intermittente di un rumore nelle orecchie, spesso descritto come fischio, ronzio, fruscio o battito. Non è una malattia autonoma, ma un sintomo collegato a diverse condizioni, che spaziano da problemi all’orecchio interno a tensioni cervicali fino a disturbi circolatori. La ricerca scientifica non ha ancora individuato una causa unica e definitiva, ma uno dei fattori più rilevanti sembra essere lo stress.
In condizioni di forte tensione emotiva, l’organismo produce un eccesso di glutammato, un neurotrasmettitore che può indurre un’iperattività dei neuroni collegati al sistema uditivo, generando così la sensazione del fischio. È per questo che spesso chi soffre di ansia, insonnia o periodi di forte pressione psicologica percepisce l’acufene in modo più intenso.
Perché lo yoga può aiutare contro gli acufeni
Lo yoga è una disciplina millenaria che unisce respirazione, meditazione e movimenti corporei con l’obiettivo di ristabilire equilibrio e benessere. La sua efficacia per chi soffre di acufeni si lega principalmente alla capacità di ridurre lo stress, abbassare la pressione sanguigna e favorire una migliore ossigenazione dei tessuti. Con una circolazione più fluida e una mente meno tesa, anche il rumore percepito nelle orecchie tende a diminuire di intensità.
Gli esercizi di rilassamento muscolare sciolgono le rigidità, mentre la meditazione abbassa i livelli di ansia, uno dei principali fattori che amplificano il disturbo. In particolare, pratiche come lo yoga nidra – una forma di rilassamento profondo guidato – possono rivelarsi efficaci per calmare la mente sul lungo periodo. Non a caso, molte delle terapie più moderne contro l’acufene, come la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), si basano proprio sull’allenamento mentale a ignorare il rumore interno. Lo yoga si integra perfettamente in questo approccio, creando uno stato di accettazione e consapevolezza che aiuta a convivere meglio con la condizione.
5 posizioni utili di yoga per acufeni
Tra le posizioni più indicate nello yoga per acufeni, alcune hanno un effetto diretto sulla distensione cervicale e sulla circolazione sanguigna. La Balasana (posizione del bambino) calma la mente e rilascia le tensioni accumulate nella schiena. La Viparita Karani (gambe al muro) favorisce il ritorno venoso e dona una sensazione di leggerezza. La Trikonasana (triangolo esteso) lavora sull’allungamento laterale e scioglie le tensioni di spalle e collo, spesso responsabili dell’acufene cervicale.
Anche la Setu Bandhasana (ponte) migliora la respirazione profonda e apre il torace, mentre la Savasana (posizione del rilassamento) rappresenta un momento di abbandono totale, ideale per ridurre l’ansia e lasciare che il sistema nervoso ritrovi equilibrio. Se praticate con costanza, queste posizioni diventano uno strumento prezioso per gestire i sintomi e migliorare il benessere complessivo.
Gli esercizi di respirazione più efficaci
Oltre alle posizioni, anche la respirazione è un pilastro dello yoga. Tecniche specifiche possono aiutare chi soffre di acufeni ad abbassare la tensione interna e a ridurre la percezione del disturbo.
L’Anuloma Viloma, o respiro a narici alternate, ristabilisce l’equilibrio tra emisfero destro e sinistro del cervello, portando calma e lucidità. L’Ujjayi, con il suo suono profondo e regolare, rilassa il sistema nervoso e migliora la concentrazione. Particolarmente utile per gli acufeni è il Bhramari Pranayama, noto come “respiro dell’ape”: emettendo un suono vibrante simile a un ronzio, permette di “coprire” momentaneamente il rumore interno e di indurre uno stato di rilassamento immediato.
Praticare queste tecniche ogni giorno per alcuni minuti può avere effetti cumulativi nel tempo, rendendo l’acufene meno invasivo e più sopportabile.
Quali esercizi fare per l’acufene?
Accanto allo yoga per acufeni, ci sono anche esercizi mirati che non appartengono direttamente alla pratica yogica ma che possono rivelarsi utili nel ridurre il fastidio del ronzio. Questi esercizi si concentrano soprattutto sul rilassamento, sulla respirazione profonda e sulla stimolazione di alcune aree specifiche del corpo, come i punti riflessi dell’orecchio o i muscoli del collo, che spesso accumulano tensione.
Un buon punto di partenza è la respirazione diaframmatica: inspirare profondamente dal naso, trattenere il respiro per qualche secondo e poi espirare lentamente dalla bocca. Ripetuta con costanza, questa pratica aiuta ad abbassare il livello di stress e a favorire una migliore ossigenazione. Allo stesso modo, il rilassamento muscolare graduale è un valido alleato: contrarre per alcuni secondi una parte del corpo, come il piede o la mano, per poi rilasciarla completamente, permette di percepire con chiarezza la differenza tra tensione e distensione, favorendo un senso di calma generale.
Altri esercizi si concentrano direttamente sull’orecchio e sulla testa. Un esempio semplice ma efficace è il massaggio del lobo auricolare, che con movimenti delicati stimola la circolazione e rilassa la zona. Anche la stimolazione dei punti riflessi attorno all’orecchio, come quelli dietro la mastoide o vicino al trago, può aiutare a sciogliere eventuali contratture muscolari. C’è poi la cosiddetta “tecnica del sottovuoto”, che consiste nel coprire le orecchie con i palmi delle mani e generare piccoli rintocchi dietro la testa: un metodo tradizionale che molti trovano utile per alleviare la percezione del fischio.
Infine, non vanno dimenticati gli stretching per il collo, particolarmente indicati quando l’acufene ha una componente muscolare o cervicale. Allungamenti laterali e movimenti mirati allo sternocleidomastoideo possono ridurre rigidità e migliorare la circolazione sanguigna nella zona, con effetti positivi anche sull’acufene.
È importante sottolineare che la costanza nell’esecuzione di questi esercizi è fondamentale per notare miglioramenti, e che in ogni caso andrebbero praticati dopo aver consultato un medico o uno specialista dell’udito, così da inserirli in un percorso personalizzato e sicuro.
Dove premere per l’acufene?
Oltre allo yoga, anche la digitopressione può offrire sollievo. Alcuni punti del corpo, se stimolati delicatamente, riducono tensioni muscolari e migliorano la circolazione locale. Uno dei più efficaci si trova dietro il lobo dell’orecchio, lungo la mandibola: premere con dolcezza per alcuni secondi, respirando profondamente, aiuta a distendere la zona. Anche le tempie e la base del cranio sono aree da trattare con pressione leggera.
Integrare questi piccoli gesti in una sessione di yoga, magari al termine della pratica, amplifica i benefici e favorisce un senso di rilassamento globale.