Ogni 10 gradi in meno di temperatura le probabilità di un attacco di cuore aumentano del 7%
Secondo il dottor Claeys, infatti, un abbassamento della temperatura stimola i recettori del freddo nella pelle e quindi il sistema nervoso simpatico, portando a un aumento dei livelli di catecolamine. Inoltre, un’aumentata aggregazione piastrinica e della viscosità del sangue durante l’esposizione al freddo favorisce la trombosi e la formazione di coaguli. “Una migliore conoscenza dell’impatto ambientale sull’infarto miocardico acuto – conclude Marc Claeys – aiuterà i medici a ottimizzare le strategie di prevenzione per la popolazione a rischio”.