Lo dicono i chirurghi riuniti a Firenze al 2° congresso Aicpe
Attenzione, insomma, al lato commerciale della chirurgia plastica e alle false promesse, che spesso dicono alla gente quello che la gente vuole sentire. «Ci vuole un po’ di onestà, ci sono affermazioni che non rispecchiano la verità: mini-interventi danno mini-risultati» aggiunge Botti.
È un dato di fatto, tuttavia, che ci sono pazienti che non sono pronti per la sala operatoria e che vogliono trattamenti alternativi: «In questi casi si possono proporre filler o trattamenti mini-invasivi, ma è determinante che il medico sia onesto e spieghi quali saranno davvero i risultati e quale la sua durata nel tempo» precisa il presidente di Aicpe.
Per quanto riguarda il viso, ad esempio, si sente spesso parlare di soluzioni che, con un mix di filler, laser e un approccio multidisciplinare, promettono risultati simili alla chirurgia. Ma non è la verità: «L’invecchiamento del volto è dovuto a due fattori: da una parte il contenitore, la pelle, che si dilata con gli anni, dall’altro il contenuto (grasso, ossa) che si atrofizza (si riduce di volume) – spiega Botti-. Questo porta a un rilassamento dei tessuti del volto. Inoltre la pelle è anche danneggiata superficialmente da sole e lampade, che sono la causa principale dell’invecchiamento cutaneo. Quando c’è una discrepanza tra contenitore e contenuto, con pelle troppo abbondante, per ritrovare le forme naturali bisogna sia intervenire dall’interno, agendo sui tessuti profondi, sia riposizionare la pelle ed eliminarne l’eccesso. Gonfiare non basta, anzi si ottiene l’effetto di una faccia a palla: questo è il risultato che si ha quando si vuole risolvere in modo mini invasivo una situazione che, invece, richiede il bisturi per avere un risultato naturale. E i pazienti restano molto delusi».
Se i filler possono essere una soluzione per le prime rughe e cedimenti, dopo i 50 anni, in linea di massima, l’unica possibilità per ringiovanire in modo naturale è la chirurgia (blefaroplastica e lifting). Soluzioni soft come filler, fili e trapianto di grasso funzionano solo per un certo tipo di indicazioni piuttosto limitate, come “migliorare alcuni inestetismi del volto o riempire un seno un po’ svuotato. Ma per avere risultati importanti, c’è solo la chirurgia”.
Il congresso di Aicpe ha offerto la possibilità di confrontarsi a chirurghi che fanno e che non chiacchierano. Molti i giovani partecipanti (un centinaio gli under 40): è stata quindi un’occasione di incontro tra giovani chirurghi, interessati a imparare e aggiornarsi, e chirurghi più esperti, desiderosi di condividere la propria esperienza. L’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, nata nel 2011, procederà oggi al rinnovo delle cariche come previsto dallo Statuto: «Il bilancio della mia esperienza come presidente è stato estremamente positivo – ha detto Botti -. Abbiamo creato in Italia una società di importanza fondamentale nel nostro settore, che ancora non c’era, a differenza del resto del mondo. In questo modo abbiamo dato una risposta a quei professionisti che lavorano nel campo dell’estetica. E abbiamo avuto un riscontro enorme».