“Il nervo periferico è una struttura anatomica che permette di condurre uno stimolo elettrico verso la periferia, di far muovere i muscoli e di condurre una sensazione tattile dalla periferia (cioè la cute) fino al cervello – spiega il dottor Tos -. Serve per distinguere le superfici che tocchiamo, discriminando temperatura, forme e ruvidità. Una lesione nervosa provoca una paralisi, con l’impossibilità di muovere l’arto e di percepire gli oggetti con cui entra in contatto. Il trauma può essere nascosto, oppure esposto per via di una ferita profonda. Il trattamento può essere immediato, e dovrebbe comunque essere effettuato in tempi brevi”.
Il dottor Tos consiglia quindi di rivolgersi a Centri di riferimento per evitare danni maggiori: “Se la lesione è esposta e il danno accertato, è necessario recarsi prima possibile in un Centro specialistico; se la lesione è nascosta, perché dovuta ad esempio da stiramento, va monitorata nel del tempo, perché può anche guarire autonomamente. Le fibre nervose hanno infatti la capacità di rigenerarsi al ritmo di circa 1 mm al giorno, e quindi possono rimarginarsi in caso di danni lievi oltre che a seguito di riparazione chirurgica”.
Queste, invece, le conseguenze se non si interviene in tempo: “La riparazione di un nervo motore non deve essere fatta tardivamente, poiché i muscoli effettori del movimento, se denervati per lungo tempo, non possono essere più reinnervati – approfondisce il dottor Tos –. Trascorso un anno dal trauma, i risultati del trattamento possono essere deludenti: molto dipende dal tipo di nervo, dall’altezza della lesione, dal tipo di lesione e da altri fattori concomitanti, come l’età del paziente”.
Se il nervo non recupera, per riuscire a percepire di nuovo gli stimoli si può intervenire chirurgicamente. “Per il recupero del movimento, vi sono interventi palliativi finalizzati a trapiantare muscoli sani del paziente stesso, per ripristinare funzioni perse – prosegue Tos –. Per ciò che concerne la sensibilità, anche nelle riparazioni tardive la chirurgia può rivelarsi efficace. In ogni caso è importante che il trattamento chirurgico sia eseguito in Centri specializzati che possano consigliare tempi e modi corretti”.
In molti casi entra in gioco la microchirurgia, come spiega ancora Tos: “Si tratta di una tecnica che consente di reinnestare una parte del corpo amputata, o di procedere a ricostruzioni morfofunzionali sofisticate, facendo in modo di trasferire tessuti vascolarizzati dal corpo del paziente stesso. È una tecnica che impiega mezzi ottici di alta precisione e permette di suturare con fili più piccoli di un capello; esempi tipici sono la ricostruzione delle dita della mano utilizzando quelle del piede, funzionalmente meno importanti, oppure le ricostruzioni nel campo delle patologie malformative o neoplastiche”.