Gli esperti consigliano almeno 150 minuti di movimento a settimana e tanta costanza
“Le cadute e le disabilità conseguenti non sono una parte inevitabile dell’invecchiare – afferma Isabella Springhetti – Si può invecchiare, pur in presenza di una o più patologie senza incorrere nella caduta e soprattutto nelle conseguenze che questa porta con sé: si va da una restrizione dell’autonomia precedente causa l’insorgere della cosiddetta sindrome “da paura di cadere” fino a conseguenze ben più serie come fratture, lesioni dei tessuti molli, ematomi cerebrali o esiti diretti come polmoniti, o decubiti per incapacità di rialzarsi”.
La giornata è servita a diffondere consapevolezza tra le stesse persone anziane, le famiglie e i professionisti che lavorano con gli anziani sulla possibilità di predire e prevenire le cadute con metodi semplici. Come? Riducendo al minimo i momenti di sedentarietà in favore di una giornata più attiva. Molti studi hanno dimostrato che il rischio di cadute è più frequente negli anziani che hanno già subito cadute in precedenza, che hanno problemi di deambulazione, in coloro che necessitano di ausili per il cammino, o che hanno subito un ictus, o soffrono di Malattia di Parkinson o ancora di artrite o demenza. E ancora, il rischio è più concreto in presenza di terapie farmacologiche, incontinenza, problemi alla vista o di equilibrio, come è il caso di persone affette da disabilità cronica (ad es. sclerosi multiple, atassie familiari) le quali, diversamente da un tempo, invecchiano.