Al centro ProCrea di Lugano passi avanti nel settore
Davanti ad una crescente età media delle donne che si rivolgono alle tecniche di procreazione assistita, l’esigenza maggiore è quella di «non perdere tempo», continua Jemec. «Aumentano infatti le donne che hanno il primo figlio intorno ai 40 anni: se guardiamo alle statistiche, nel 2005 le over quarantenni rappresentavano il 20% delle donne che si sono rivolte alla procreazione assistita; nel 2011 sono arrivate a rappresentare oltre il 30%. Assistiamo quindi ad un fenomeno sociale di rinvio della decisione di avere un figlio; fenomeno che però comporta una serie di problemi: primo quello della diminuzione della capacità fertile».
Per accelerare i tempi lo screening genetico pre-impianto sul primo globulo polare può dare una risposta. Risposta che viene rafforzata dalla medesima analisi applicata anche sul secondo globulo polare. «Se dallo screening genetico sul primo globulo polare è possibile evidenziare circa il 60-80% degli errori dovuti alla meiosi (la divisione cellulare); andando a praticare lo screening anche sul secondo globulo polare è possibile individuare il restante 20-40% di errori. Riusciamo così a individuare l’ovocita senza alterazioni cromosomiche, quello che ha una maggiore possibilità di portare ad una gravidanza», spiega Giuditta Filippini, direttrice di ProCreaLab, il laboratorio di analisi genetiche del centro ProCrea. «È come se la capacità riproduttiva della donna facesse un salto indietro nel tempo: si raggiungono percentuali di successo nelle 40enni che sfiorano il 50%, percentuali decisamente significative». Questo screening viene effettuato con il metodo Array CGH, «metodica tecnicamente complessa e delicata – in quanto si opera su una sola cellula -, ma che ci permette di vedere tutti i cromosomi presenti», precisa Filippini.
«Questo non vuol dire avere la certezza matematica di una gravidanza dopo l’impianto, ma ha elevato molto le possibilità di successo. È come avere a che fare con un ovocita di una donna di 10 anni più giovane: non c’è mai la certezza matematica, ma molti dei fattori di infertilità determinati dall’età della donna vengono quasi azzerati».