I dati Isaps confermano la leadership della tossina nei trattamenti
Tra i Paesi considerati dal sondaggio Isaps, l’Italia è l’unico nel quale la tossina botulinica non è il primo intervento di medicina estetica: «Questo non significa che gli italiani non si ritoccano, ma semplicemente che per farlo preferiscono fillers e sostanze riassorbibili, o che esiste ancora un’ingiustificato timore che riguarda la tossina botulinica» commenta Sito.
La nazione in cui si utilizza più botulino sono gli Stati Uniti (1.271.739 interventi, 24,7% del totale), seguita a distanza dal Brasile (308.185, 6%). L’Italia è sesta, con 76.472 trattamenti di botulino, pari all’1,5% del totale.
In Italia, la tossina botulinica è guardata con una certa diffidenza che non trova conferma nella letteratura scientifica: «Spesso l’equazione che viene fatta è volti gonfi e artificiali uguale tossina botulinica, mentre in realtà molto spesso si tratta di un abuso di filler e sostanze iniettabili – aggiunge Sito -. Non bisogna infatti dimenticare che i volti trattati con tossina botulinica permettono di ottenere risultati naturali, modulabili e di ringiovanire lo sguardo».