Nel 2013, secondo i dati Aicpe, il 17,8% dei pazienti di chirurgia plastica è uomo
Numeri alla mano, la situazione più diffusa è invece l’opposto: un uomo chirurgo che ha pazienti donne. « Inizialmente mi aspettavo diffidenza da parte di un uomo maturo nei confronti di una giovane donna-chirurgo – continua la dottoressa Botti -. Con sorpresa, invece, negli anni ho riscontrato sempre atteggiamenti di grande fiducia, prima, e gratitudine, poi. Forse perché gli uomini sono geneticamente e culturalmente predisposti ad affidarsi alle cure femminili, magari perché si vergognano meno di mettere a nudo le proprie debolezze davanti ad una donna che ad un altro uomo o forse solo perché sono generalmente molto pragmatici e guardano più alla professionalità che al sesso del loro chirurgo».
Uomini e donne raggiungono l’apice del proprio fascino in età diverse: per una donna, oggi, è tra i 30 e i 35 anni, mentre per l’uomo il picco dello charme si raggiunge più avanti, tra i 45 e i 50: « La bellezza declinata al femminile implica la rotondità dei lineamenti, mentre nell’uomo si apprezzano di più i tratti spigolosi: nel ringiovanimento al maschile, smussare e arrotondare troppo provocherebbe quindi risultati non apprezzati» prosegue Chiara Botti.
I pazienti maschi che si candidano a un intervento di lifting, possono appartenere a varie categorie: «Ci sono gli omosessuali, con esigenze simili a quelli delle donne; gli uomini in carriera, che occupano posizioni di prestigio; gli artisti o gente di spettacolo, e poi gli esteti, ossia quelli ossessionati dal proprio aspetto fisico – afferma la chirurga plastica -. Ma la categoria più rappresentata è forse quella degli uomini comuni che si vedono invecchiare e vorrebbero mantenere un aspetto più giovane, magari anche per far fronte alla delusione di un divorzio e dare inizio ad una nuova vita con una marcia in più . Gli uomini che si avvicinano alla chirurgia estetica condividono gli stessi desideri: vogliono un solo intervento che sia risolutivo, in quanto non amano tornare più volte dal chirurgo, cercano risultati concreti, ma naturali, che non intacchino la propria mascolinità, e tempi di recupero brevi».
Non bisogna poi dimenticare che ci sono caratteristiche fisiche importanti che differenziano il volto dell’uomo rispetto a quello delle donne: «La cute è più spessa ed è ricca di follicoli piliferi, ossia la barba. Se poi il paziente è calvo, c’è il problema di nascondere le cicatrici, che di solito vengono occultate proprio vicino all’attaccatura dei capelli – spiega Botti -. Oggi il look “total shaved” è piuttosto in voga. Considerato che l’uomo raramente ricorre a tinture per capelli e che i capelli grigi invecchiano, la calvizie può quindi essere vista come un parziale vantaggio e, con un po’ di attenzione alle cicatrici, si possono ottenere ottimi risultati. L’importante è cercare di praticare incisioni che siano il più corte possibile».