Referto MOC: la guida semplice per capire i valori

Referto MOC: la guida semplice per capire i valori

Capire il referto MOC è il primo passo per valutare lo stato di salute delle proprie ossa. La MOC, o Mineralometria Ossea Computerizzata, è un esame diagnostico di riferimento nella prevenzione e nella diagnosi dell’osteoporosi e dell’osteopenia. Si tratta di un test rapido e indolore che utilizza raggi X a bassa intensità per misurare la densità minerale ossea (BMD).
I valori riportati nel referto MOC indicano la quantità di minerali presenti nelle ossa e permettono di comprendere se vi è un rischio di fragilità scheletrica o di fratture. Tuttavia, interpretare correttamente questi numeri non è sempre intuitivo: è qui che entrano in gioco indicatori come T-score e Z-score, fondamentali per capire quando i valori si discostano dalla norma.

Che cos’è la MOC?

La MOC è un esame radiologico non invasivo e privo di rischi significativi, poiché utilizza una dose minima di radiazioni. Il suo obiettivo è misurare la densità minerale ossea e individuare precocemente segni di perdita ossea. È un test molto utile per monitorare l’efficacia di un trattamento contro l’osteoporosi o per valutare il rischio di fratture in soggetti predisposti.

Viene eseguita su prescrizione medica e consigliata soprattutto alle donne in post-menopausa e agli uomini oltre i 60 anni con fattori di rischio come carenze ormonali, malattie croniche o uso prolungato di farmaci corticosteroidi.

Esistono due principali tipologie di MOC:

  • MOC centrale, che analizza le aree più soggette a fratture, come la colonna lombare e il femore;
  • MOC periferica, che misura la densità ossea a livello di polso, dita o tallone, utile come test di screening ma meno accurata.
La MOC misura la densità minerale delle ossa e aiuta a prevenire l’osteoporosi

Quando fare la MOC

Come abbiamo accennato, il momento giusto per sottoporsi a una MOC non coincide solo con la comparsa di disturbi o dolori ossei. Al contrario, questo esame dovrebbe essere considerato anche un importante strumento di prevenzione, soprattutto dopo una certa età o in presenza di fattori di rischio.

La MOC andrebbe eseguita, su consiglio del medico, dopo i 50 anni nelle donne e oltre i 60 anni negli uomini, anche in assenza di sintomi. Serve a monitorare la perdita di densità ossea che può verificarsi con il naturale invecchiamento o a seguito di modifiche ormonali, come la menopausa.

È consigliabile fare la MOC anche nei casi in cui si assumano farmaci cortisonici a lungo termine, in presenza di malattie endocrine o renali, o se vi siano storie familiari di osteoporosi. Anche chi ha subito fratture spontanee o traumi minori può trarre beneficio da una valutazione della densità ossea.

In ottica preventiva, la MOC consente di intervenire tempestivamente con integrazioni di calcio e vitamina D, modifiche dello stile di vita o trattamenti mirati prima che la riduzione ossea diventi clinicamente significativa. Leggere attentamente il referto MOC, quindi, non serve solo per diagnosticare un problema, ma anche per preservare la salute delle ossa nel tempo.

La MOC serve anche come strumento di prevenzione, non solo in caso di problemi

Cosa si vede nell’esame della MOC?

Durante l’esame, il macchinario misura la quantità di minerali ossei presenti nel tessuto scheletrico. Il referto MOC riporta i valori relativi alla massa ossea (BMC) e alla densità minerale ossea (BMD), cioè la concentrazione di minerali per centimetro cubo di tessuto.

L’esame è completamente indolore, non richiede alcuna preparazione particolare e dura in media tra i 10 e i 20 minuti. Il paziente deve solo rimanere fermo per pochi minuti mentre l’apparecchio scansiona le aree di interesse.
È consigliabile indossare indumenti privi di parti metalliche per evitare interferenze con la misurazione.

Il risultato fornisce un quadro chiaro dello stato di salute delle ossa e rappresenta un importante strumento di prevenzione: grazie alla MOC è possibile individuare precocemente una perdita di densità ossea prima che si manifestino fratture o dolori cronici.

Il test mostra la quantità di minerali ossei e individua precocemente perdite di densità

Come leggere i risultati di una MOC?

Leggere un referto MOC può sembrare complesso, ma con alcune nozioni di base è possibile orientarsi tra i numeri. Il valore più importante da interpretare è il T-score, che indica la deviazione standard rispetto alla densità ossea media di un giovane adulto sano.

In termini semplici, il T-score mostra quanto la densità ossea del paziente si discosta da quella considerata normale. Un T-score pari a 0 indica una densità perfettamente nella media, mentre valori inferiori indicano una perdita di massa ossea.

Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):

  • un T-score superiore a -1 è considerato normale;
  • tra -1 e -2,5 si parla di osteopenia, cioè una riduzione lieve della densità ossea;
  • un T-score inferiore a -2,5 indica osteoporosi, una condizione che aumenta il rischio di fratture.

Accanto al T-score, il referto MOC può riportare anche lo Z-score, un parametro utile per bambini, adolescenti e adulti sotto i 50 anni. A differenza del T-score, lo Z-score confronta la densità ossea con quella di persone della stessa età, sesso ed etnia, fornendo un riferimento più realistico per le fasce non ancora esposte a un naturale declino della massa ossea.

Il referto MOC si interpreta attraverso i valori di T-score e Z-score

Quando i valori della MOC sono preoccupanti?

Nel referto MOC, i valori diventano preoccupanti quando si avvicinano o scendono al di sotto del limite di -2,5 nel T-score, soglia indicativa di osteoporosi. Tuttavia, anche valori compresi tra -1 e -2,5 richiedono attenzione, poiché indicano osteopenia, un segnale di rischio che può evolvere nel tempo.

L’osteoporosi può essere di tipo primario o secondario. La prima forma è legata all’età (osteoporosi senile) o alla perdita di estrogeni dopo la menopausa, mentre la seconda deriva da cause esterne come patologie endocrine, renali, reumatologiche o dall’uso prolungato di determinati farmaci.

Le conseguenze principali sono la fragilità ossea e una maggiore predisposizione a fratture spontanee o dopo traumi minimi. Le donne risultano più esposte per tre motivi principali:
una maggiore aspettativa di vita, una minore quantità di calcio nelle ossa e il brusco calo ormonale legato alla menopausa.

Negli uomini, l’osteoporosi è meno frequente ma non rara: si presenta soprattutto nei soggetti con bassi livelli di testosterone o ipogonadismo, una ridotta capacità di produrre ormoni sessuali.
In entrambi i casi, la MOC è uno strumento essenziale per valutare la salute dello scheletro e guidare il medico nella scelta di eventuali terapie o integrazioni mirate.

Valori inferiori a -2,5 nel T-score indicano osteoporosi e maggior rischio di fratture

Quanto tempo ci vuole per avere i risultati della MOC?

Una delle caratteristiche che rendono la MOC un esame pratico e diffuso è la rapidità dei risultati. In genere, il referto MOC è disponibile entro 24-48 ore, e in molti centri diagnostici può essere consegnato anche subito dopo l’esame.

Il referto include i valori numerici della densità ossea, il T-score e lo Z-score, accompagnati da un commento medico che ne spiega l’interpretazione clinica. È importante ricordare che i risultati vanno sempre valutati dal proprio medico di fiducia o da uno specialista in reumatologia o endocrinologia, che saprà interpretare i dati nel contesto generale della salute del paziente.

Una MOC con valori nella norma è un segnale positivo, ma non deve far abbassare la guardia. Con il passare degli anni, infatti, è consigliato ripetere l’esame periodicamente, in media ogni 18-24 mesi, per monitorare eventuali cambiamenti nella densità ossea e prevenire patologie come l’osteoporosi.

Argomenti