Vai al contenuto

Insonnia estiva: perché il caldo influisce sul sonno e come migliorarlo

insonnia estiva

Quando le temperature si alzano, il sonno tende a peggiorare. Non è un’impressione: l’insonnia estiva è un fenomeno reale, diffuso e spesso sottovalutato. Nelle notti più afose, addormentarsi diventa difficile, i risvegli notturni aumentano e la qualità generale del riposo si riduce sensibilmente. Questo accade per ragioni fisiologiche, ambientali e comportamentali, che insieme creano un mix perfetto per disturbare il ciclo sonno-veglia.

In estate, la durata della luce naturale si allunga, il ritmo circadiano può alterarsi e, soprattutto, l’aumento della temperatura corporea ostacola i processi che normalmente accompagnano l’addormentamento. Dormire bene è fondamentale per la salute mentale e fisica, ma quando il caldo prende il sopravvento, anche le persone che solitamente non soffrono di disturbi del sonno iniziano a lamentare notti agitate e giornate all’insegna della stanchezza.

Quali sono le cause fisiologiche dell’insonnia estiva

Il nostro corpo ha bisogno di raffreddarsi per addormentarsi. Durante il giorno, la temperatura corporea si mantiene più alta per sostenere l’attività fisica e mentale. Di notte, invece, si abbassa naturalmente per favorire il sonno. Questo processo, però, viene compromesso nelle notti estive, quando la temperatura ambientale rimane elevata anche dopo il tramonto.

Il problema principale è che il corpo non riesce a disperdere il calore in eccesso. Senza una corretta termoregolazione, l’organismo fatica a raggiungere lo stato di rilassamento necessario per entrare nelle fasi profonde del sonno. Inoltre, il caldo può aumentare la frequenza cardiaca e stimolare il sistema nervoso simpatico, contribuendo a uno stato di iperattivazione che è l’esatto opposto del rilassamento richiesto per dormire.

Anche la sudorazione eccessiva influisce negativamente: oltre al fastidio fisico, può causare disidratazione leggera, aumentando i micro-risvegli notturni.

Come influisce l’ambiente sulla qualità del sonno estivo

Le nostre case, spesso non progettate per affrontare estati sempre più calde, diventano vere e proprie serre. Il calore accumulato durante il giorno viene rilasciato lentamente durante la notte, rendendo difficile mantenere una temperatura interna confortevole. Dormire in ambienti che superano i 26°C può ridurre sensibilmente il tempo di sonno profondo, quello più ristoratore.

Inoltre, il rumore delle finestre aperte, l’illuminazione naturale che inizia prima del previsto e i ritmi sociali più intensi (cene fuori, feste, viaggi) possono ulteriormente compromettere la continuità del riposo notturno. Anche l’uso eccessivo di dispositivi elettronici prima di andare a dormire, favorito dalla maggiore libertà degli orari estivi, peggiora il quadro generale.

In breve, durante l’estate non è solo il caldo a disturbare il sonno, ma un insieme di fattori che rendono più facile soffrire di insonnia estiva, anche in assenza di disturbi cronici del sonno.

Perché alcune persone sono più sensibili all’insonnia estiva

Non tutti reagiscono allo stesso modo al caldo. Alcune persone sono più predisposte a soffrire di insonnia estiva per motivi genetici, ormonali o comportamentali. Chi soffre di ansia o ha un sonno fragile in generale tende a risentire maggiormente dei cambiamenti ambientali. Anche i soggetti con disturbi legati alla regolazione della temperatura corporea (come chi soffre di ipertiroidismo o donne in menopausa) possono sperimentare un aggravamento dell’insonnia nei mesi estivi.

Un altro fattore rilevante è l’età: bambini e anziani sono più vulnerabili al caldo notturno. I bambini, perché il loro sistema di termoregolazione non è ancora completamente efficiente; gli anziani, perché spesso non percepiscono correttamente la sensazione di calore e possono disidratarsi più facilmente.

Chi ha un ritmo circadiano spostato (come chi lavora su turni o viaggia spesso tra fusi orari) può vedere peggiorare ulteriormente la propria qualità del sonno in estate.

Quali sono le strategie per dormire meglio durante l’estate

Affrontare l’insonnia estiva richiede un approccio combinato. La prima regola è creare un ambiente favorevole al sonno. Se non si dispone di un condizionatore, è utile usare ventilatori, tenere le tapparelle abbassate durante il giorno e aprire le finestre solo nelle ore più fresche. Le lenzuola in cotone leggero e il pigiama traspirante aiutano a ridurre la sudorazione.

Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: evitare pasti pesanti la sera, ridurre il consumo di alcol e caffeina, e bere molta acqua durante il giorno favorisce l’idratazione e riduce i disturbi del sonno. È bene anche fare attenzione alla luce blu emessa dagli schermi: meglio spegnere smartphone, tablet e televisori almeno un’ora prima di coricarsi.

Un’abitudine molto efficace consiste nel fare una doccia tiepida prima di andare a letto, che aiuta a ridurre la temperatura corporea in modo naturale. Inoltre, mantenere una routine regolare, andando a dormire e svegliandosi sempre alla stessa ora, anche in vacanza, rafforza il ritmo circadiano.

Quando rivolgersi a uno specialista del sonno

Se, nonostante le strategie adottate, l’insonnia estiva persiste per più di tre settimane e compromette la qualità della vita quotidiana, è consigliabile rivolgersi a un medico. Potrebbe trattarsi di un disturbo del sonno sottostante peggiorato dal caldo, come l’insonnia cronica o l’apnea ostruttiva notturna.

Uno specialista può valutare la situazione e proporre trattamenti personalizzati, anche non farmacologici, come la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I), che ha dimostrato grande efficacia anche in casi stagionali. In alcune situazioni, può essere utile valutare l’uso di integratori a base di melatonina, ma sempre sotto consiglio medico.

Argomenti