
A Bologna il 2° congresso regionale della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) per fare il punto tra esperti sullo stato dell’arte delle malattie allergiche nel nostro Paese. “Si stima – dichiara Giovanni Cavagni, coordinatore Regionale SIAIP – che ormai nel in Italia gli allergici sono circa il 30% della popolazione, dai lattanti ai ragazzi. Negli ultimi anni – sottolinea Cavagni – stiamo assistendo ad una tendenza di continuo incremento delle allergie. In particolare, nei centri urbani alcune forme di allergia, come l’asma, la rinite e la dermatite atopica, sono raddoppiate o addirittura triplicate. Si stima che entro il 2020 un bambino su due soffrirà di rinite allergica”. Questi dati denotano che malattie allergiche costituiscono ormai una vera e propria malattia sociale.
“Il nostro modo di vivere è molto cambiato – dichiara Giampaolo Ricci, coordinatore scientifico del Congresso – al punto che le allergie vengono oggi considerate il prezzo del miglioramento della qualità della vita degli ultimi decenni”. “Infatti – prosegue Ricci – è stato dimostrato come i bambini cresciuti in fattoria di campagna abbiano una probabilità di allergie molto inferiore rispetto ai bimbi di città: il motivo è tutto nel contatto con un gran numero di infezioni durante l’infanzia. Perché il sistema immunitario, impegnato a combattere contro i germi dell’ambiente, non si sottrae ai propri compiti e non punta la sua rispostacontro sostanze innocue, come invece accade nell’allergico”.
Da qui il boom di allergie degli ultimi decenni. “Le allergie in crescita sono quelle respiratorie – sottolinea Cavagni – seguite dalle allergie alimentari. I bambini intolleranti a latte, uova, nocciole e altri alimenti sono raddoppiati. Il riscaldamento globale, inoltre, aumenta la liberazione dei pollini allergizzanti e allunga la stagione degli starnuti: negli ultimi anni – prosegue Cavagni – basta il primo sole per veder impollinare la parietaria e le graminacee, a volte già all’inizio di marzo”. In Italia, il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma bronchiale che, nell’80% dei casi, è provocata da allergie, il 18-20% soffre di rinite allergica, mentre il 10% può presentare dermatite atopica.
In Emilia Romagna l’allergia più frequente è quella al polline di graminacee, che colpisce oltre il 60% dei bambini allergici in età scolare con rinite, congiuntivite ed asma bronchiale soprattutto tra marzo e giugno. “Essendo le allergie così diffuse – dichiara Ricci – grande importanza sociale hanno le nuove strategie messe in campo per la loro prevenzione. La novità assoluta sta nel perfezionamento della diagnostica allergologica, che alla tradizionale diagnostica cutanea con prick test affianca la sofisticata indagine molecolare delle immunoglobuline E, che consente di individuare rapidamente difficili allergie crociate e individuare il singolo allergene in causa rendendo sempre più specifica la terapia con vaccini antiallergici”. “Anche la misurazione dei gas esalati con il respiro, come l’ossido nitrico, è un modo – conclude Ricci – nuovo, facile e non invasivo di controllo dell’efficacia della cura del bambino che soffre di allergia respiratoria”.