Roma, 12 giu. (Adnkronos Salute) – Alcune forme di raffreddore comune potrebbero aiutare a proteggere da Covid-19, suggerisce uno studio scientifico condotto dall’immunologo Antonio Bertoletti e dai colleghi della Duke-Nus Medical School di Singapore. Una ‘immunità’ al coronavirus che potrebbe durare fino a 17 anni, secondo la ricerca che appare su ‘bioRxiv’.
I pazienti che hanno avuto raffreddori causati da virus correlati al Sar-Cov-2, chiamati betacoronavirus, sembrano dunque protetti o soffrire di una forma più lieve della malattia. I betacoronavirus, in particolare Oc43 e Hku1, causano raffreddori comuni ma anche gravi infezioni toraciche nei pazienti più anziani. Condividono molte caratteristiche genetiche con i coronavirus responsabili di Covid-19, Mers e Sars, e sono tutti passati dagli animali all’uomo. Si ritiene che i coronavirus rappresentino fino al 30% di tutti gli agenti patogeni che causano i raffreddori, ma non si sa in particolare quanti siano causati dai betacoronavirus.
Ora gli scienziati hanno trovato alcune prove che mostrerebbero come un’immunità possa essere presente anche per molti anni grazie alla ‘memoria’ delle cellule T del corpo lasciata da attacchi di precedenti virus con un corredo genetico simile. Il team di scienziati ha prelevato il sangue a 65 pazienti, di cui 24 si erano ripresi da Covid-19, 23 si erano ammalati di Sars nel passato e 18 non erano mai stati esposti né a Sars né a Covid-19.
Hanno scoperto che la metà dei pazienti del gruppo senza esposizione a Covid-19 o Sars presentava cellule T ‘di memoria’ che mostravano una risposta immunitaria ai betacoronavirus animali, Sars-Cov e Sars-Cov2. Un’osservazione che, secondo i ricercatori, segnala che l’immunità si è sviluppata dopo l’esposizione a raffreddori comuni causati da betacoronavirus o forse da altri virus ancora sconosciuti.