Roma, 26 ott. (Adnkronos Salute) – Sui dati di mortalità legati a Covid “mi sembra che ci sia un’eccessiva preoccupazione, non giustificata dal punto di vista scientifico, nel voler addolcire i dati in partenza. Non ha senso è non si fa un favore alla verità”. A dirlo all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano contrario alle proposte di chi vorrebbe rivedere la modalità di conteggio dei decessi dividendo decessi ‘con’ e per’ Covid.
Per Galli, “al ministero della Salute e alle Regioni compete dirci quante sono ogni giorno le persone che muoiono avendo un’infezione da coronavirus. Per stabilire quanti di costoro sono morti per colpa del virus e quanti sono morti essendo anche accidentalmente contagiati questa è valutazione successiva, che va fatta con studi di approfondimento. Non ha senso deciderlo preventivamente”, sottolinea stigmatizzando anche le posizioni di chi chiede “addirittura non riferire più le segnalazioni dei decessi: sarebbe come mettere la polvere sotto il tappeto, ma anche considerare l’opinione pubblica fatta da persone che non devono essere impressionate e quindi non devono sapere la verità. E questo non va bene”.
La polemica sul conteggio dei morti ‘con’ o ‘per’ Covid “va vanti dall’inizio dell’epidemia ma è, tutto sommato, di scarso significato. Credo che sia importante segnalare, secondo l’unico criterio che abbiamo ovvero sapere se chi muore ha l’infezione. Tocca ai lavori scientifici di approfondimento chiarire se queste persone sono state uccise dall’infezione. Ma una specie di censura preventiva che voglia far selezionare i dati da chi ha il compito di segnalare credo che non sia accettabile”.