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‘Emergenza-urgenza al collasso’, Anaao chiede tavolo con ministero e Regioni

Roma, 1 mar. (Adnkronos Salute) – La Commissione Emergenza-Urgenza Anaao Assomed chiede un tavolo di lavoro permanente al ministero della Salute e in ogni Regione sul sistema emergenza-urgenza per “cercare soluzioni condivise che evitino il definitivo collasso del sistema”. Da anni il sindacato denuncia “ogni tipo di anomalie e violazioni a danno della tutela della salute, dei diritti dei medici e dei dirigenti sanitari nel mondo dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso, contro cui gli stessi medici reagiscono con un incremento crescente di abbandono della professione pubblica, se non della stessa arte medica, la cosiddetta ‘great resignation'”.

“La recente nota del Garante della Privacy sulla tutela dei dati personali e della dignità in ambito sanitario – ricorda Anaao – è la riprova del livello di disagio raggiunto: ‘le condizioni con cui operano i professionisti sanitari, specie nei pronto soccorso, non può costituire un ostacolo al pieno rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo, specie in un contesto come quello sanitario in cui le fragilità sono più evidenti'”.

“Il benessere organizzativo e lavorativo che pure sarebbe garantito dalla legge, è in caduta libera, e la strada che noi lavoratori dell’emergenza percorriamo ogni giorno – sottolineano i medici di emergenza-urgenza – è una salita che pare inarrestabile. Cari politici e direttori della sanità, anche voi siete cittadini, e nei servizi di emergenza urgenza potrete pure capitare, ma solo affrontando immediatamente con competenza e giusto confronto una tale gravità di problemi si potrà trovare una via comune per salvare l’assistenza ai cittadini”.

L’Anaao Assomed ribadisce “con forza la sua netta contrarietà al problema del ‘boarding’, quei malati nei pronto soccorso in attesa da giorni o settimane di un posto letto per essere ricoverati, persino morendo su una barella in totale solitudine, e le lunghe attese delle ambulanze; alla carenza di posti letto, tagliati con l’accetta da anni anche a favore dei privati; al pronto soccorso come zona di confine senza regole; al sistema territoriale di emergenza sanitaria depauperato; alla resistenza verso riforme eque sul sistema delle assunzioni; al confinamento dei medici del’emergenza-urgenza a burattini di un sistema carente; al rinvio e all’inadeguatezza di risorse economiche insufficienti per tutti i medici: l’indennità di pronto soccorso così come strutturata è misera, e le risorse Inail per le certificazioni obbligatorie sono state depauperate”.

A questo si aggiungono “violenze, aggressioni fisiche e verbali, incluso il mondo sommerso delle proteste agli Urp, un vile sottobosco che rivela soltanto la fragilità di un sistema che vuole spostare sul personale i propri misfatti, aizzando i cittadini al conflitto verso le professioni e alla delegittimazione delle competenze”, rimarca il sindacato.