Roma, 9 giu. (Adnkronos Salute) – Anche in Europa Paesi divisi sulla riapertura delle scuole. “Alcune non hanno mai chiuso, altre hanno appena riaperto anche solo parzialmente, altre riapriranno a settembre. La situazione in generale sembra sotto controllo e il trend dei casi è rimasto negativo in tutti i Paesi”. Lo rileva il virologo Guido Silvestri docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, nella sua rubrica social ‘Pillole di ottimismo’. Silvestri analizza la questione in un in un focus realizzato con un gruppo di esperti, ricordando che “molte scuole hanno messo in atto una serie di precauzioni per ridurre il rischio”.
“Alcune, come quelle in Danimarca, hanno scelto di imporre regole più blande che non prevedono mascherine per i bambini pur preservando il distanziamento sociale. In Austria le scuole hanno riaperto con un piano graduale in tre fasi (a seconda del tipo di scuola) e a giorni alterni in modo da coprire un totale di 5 giorni completi nell’arco di due settimane. Da inizio giugno tutte le attività sportive sono state riaperte. Mascherina obbligatoria e disinfettante all’entrata. In Inghilterra dal 1 giugno hanno riaperto le scuole primarie, il 15 giugno apriranno anche tutte le altre. Non è raccomandato l’uso di mascherine sia per studenti che insegnanti. Viene incoraggiato comunque il distanziamento sociale dalla scuola elementare in su e i piccoli gruppi di bambini/classi dimezzate. Ripensare molte lezioni all’aperto. Meno spostamento di insegnanti possibile, accurata e frequente igiene della scuola e personale, ‘contact tracing’, non è richiesta la misura della temperatura all’ingresso”.
In Svizzera “le scuole, dal nido alla fine dell’obbligo scolastico (IV media), hanno sempre offerto servizio di accudimento per bambini e ragazzi i cui genitori lavorassero entrambi fuori casa; a partire dall’11 maggio sono riprese le attività didattiche in presenza, con regole molto diverse da Cantone a Cantone: i cantoni francofoni e il Ticino, colpiti più duramente dalla pandemia, hanno affrontato la fase 2 con più cautela rispetto alla Svizzera tedesca. In generale la mascherina è a disposizione ma non obbligatoria per il personale, e facoltativa ma non raccomandata per gli allievi; per consentire il distanziamento, in molti cantoni la presenza degli allievi è stata distribuita su due turni, e si è cercato di evitare il più possibile il contatto tra alunni di classi diverse, scaglionando gli ingressi e individuando orari e/o aree dedicate per la ricreazione di ogni classe”.
Grande attenzione all’igiene della scuola e personale: si raccomanda lavaggio frequente delle mani e uso del disinfettante ove non sia disponibile acqua corrente in classe; la condivisione di oggetti e materiali è vietata per quanto possibile, e dove necessaria fatta precedere da disinfezione a cura dell’insegnante. La maggior parte dei Cantoni hanno eliminato la turnazione già dopo i primi giorni o settimane; in Canton Ticino si prevede di mantenere le modalità attuali fino alla fine dell’anno scolastico (19 giugno). In Olanda, continua l’esperto, hanno già riaperto le scuole primarie con classi ridotte a metà. Da notare che le scuole hanno riaperto prima delle palestre. Vengono utilizzati dei divisori di plexiglass tra un banco e l’altro. Si utilizzano percorsi unici ma il distanziamento sociale dei bambini non è previsto in modo obbligatorio per i bambini della scuola primaria, maggiormente consigliato per i più grandi, la pulizia e igiene personale sì.
In Germania alcune scuole effettuano il test due volte a settimana agli studenti. Sono proprio i licei ad essere stati riaperti per primi. Nonostante la libertà sia lasciata individualmente alle singole scuole le precauzioni minime sono il distanziamento dei banchi, il lavaggio frequente delle mani. Le maschere sono obbligatorie nella maggior parte delle scuole. Sono anche adottate classi con un numero ridotto di studenti.
Alcune scuole hanno dato come opzionale il ritorno a scuola degli studenti in questa prima fase e alcune prospettano la possibilità di lasciarlo opzionale anche in autunno, “ovviamente fornendo metodi alternativi di fruizione delle lezioni, anche se dobbiamo direi che la cosiddetta didattica a distanza in Italia è stata molto criticata sia dagli insegnanti che dai genitori. Si noti – rileva il gruppo di Silvestri – come alcune precauzioni sono comuni o simili in tutte le linee guida, anche se a volte implementate in modo diverso. Infine, “gli Stati si sono attrezzati con Comitati Tecnico- Scientifici e Task Force che, sulla base di evidenze scientifiche e dei dati sulla popolazione scolastica, fornissero linee guida per la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado. È del 1 giugno il contributo per gli Stati Uniti di Morphew and Sharfstein che riprende le indicazioni fornite dal gruppo della Johns Hopkins. Gli autori riconoscono che per riaprire con successo e in modo sicuro le scuole sono necessari ingenti risorse e personale”, conclude l’analisi.