Roma, 17 feb. (Adnkronos Salute) – Il tumore al pancreas colpisce circa 13mila italiani ogni anno (13-15 casi su 100mila abitanti) in modo subdolo, senza dare segnali particolari. “I sintomi di questa neoplasia sono aspecifici: nausea, dimagrimento, anoressia, lievi dolori addominali che poi diventano con il tempo più importanti, quindi possono essere correlati a tantissime altre patologie non tumorali. Per questo la diagnosi è ancora tardiva”. Così Luca Frulloni, professore ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Verona, a margine del convegno ‘Strategie di screening e prevenzione dei tumori digestivi: il Progetto europeo’, promosso a Roma dalla Fondazione per le malattie digestive (Fmd) per illustrare le raccomandazioni europee e le azioni utili da mettere in campo in Italia affinché sia promosso uno stile di vita più sano e siano incentivati programmi di prevenzione.
“Ai pazienti diciamo: se state bene, ma notate sintomi nuovi che non avete mai avuto prima, allora fatevi visitare dal medico che possa decidere se sottoporvi a indagini strumentali ed esami più specifici. In generale, però – sottolinea lo specialista – è molto difficile stabilire dei sintomi che possano indicare quando il paziente deve sottoporsi a una procedura diagnostica, che può essere un’ecografia o un esame di secondo livello tipo Tac o risonanza addominali”.
Il campanello d’allarme principale è l’ittero, “un segno clinico importante che quando si manifesta necessita di un intervento al pronto soccorso – avverte Frulloni – Gli altri sintomi, soprattutto nelle persone anziane, sono il dimagrimento significativo, non dovuto ad alcuna dieta o a un ridotto introito calorico. In tal caso è bene farsi visitare”. Per il gastroenterologo “non è tanto difficile ridurre l’incidenza del tumore al pancreas, quanto arrivare a una diagnosi precoce di malattia che poi è quella che permette al paziente una lunga sopravvivenza”.
Le persone colpite da questa neoplasia hanno la possibilità di essere operati con chirurgia robotica. “I centri chirurgici che si occupano di patologie pancreatiche generalmente utilizzano la robotica – spiega Frulloni – Quasi tutti i centri di eccellenza italiani in questo ambito utilizzano la robotica. Non sono molti, ma a livello regionale è possibile indirizzarsi per essere sicuri di ricevere una chirurgia da un centro esperto in questo ambito. In tal senso, l’Associazione italiana per lo studio del pancreas ha pubblicato sul sito l’elenco degli ospedali a cui potersi rivolgere, suddivisi per regione”.