Milano, 27 mar. (Adnkronos Salute) – “E’ la prima occasione in cui parliamo tutti insieme, in un convegno composito, del problema dell’ipovitaminosi D, ancora molto importante dal punto di vista quantitativo e con evidenze sempre robuste che questo problema, quantitativamente importante, corrisponde a patologie di vario tipo e genere. Non c’è dubbio che ancora oggi esista la forte necessità di sanare il problema dell’ipovitaminosi D”. Così Sandro Giannini, professore di Medicina interna dell’Università di Padova, a margine dello Skeletal Endocrinology Meeting 2023, decimo appuntamento storico e tradizionale dedicato alle malattie dello scheletro, organizzato a Stresa dal Gioseg – Glucocorticoid Induced Osteoporosis Skeletal Endocrinology Group, riguardo la carenza di vitamina D come causa di varie patologie.
Il mese scorso l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) con la revisione della Nota 96 ha modificato le modalità di prescrivibilità a carico del Ssn dei farmaci classificati in fascia A a base di colecalciferolo, colecalciferolo/sali di calcio e calcifediolo per la prevenzione e il trattamento della carenza di vitamina D nella popolazione adulta (maggiore di 18 anni).
La nuova Nota 96 “consente il trattamento di pazienti che sono in terapia per l’osteoporosi – sottolinea Giannini – e indica quale sia il livello minimo di vitamina D sierica da ottenersi tramite il trattamento con vitamina D per un beneficio totale dal punto di vista dell’impiego dei farmaci per l’osteoporosi. Tuttavia, lascia aperti diversi punti su cui si dovrà discutere ancora”.