Roma, 6 mar. (Adnkronos Salute) – Medici di famiglia e specialisti della riproduzione ‘alleati’ per contrastare i crescenti problemi di fertilità che riguardano fino al 20% delle coppie in Italia e che si riflettono inevitabilmente sul drastico calo delle nascite registrato nel Paese. Il primo passo che la Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e la Società italiana della riproduzione umana (Siru) faranno insieme sarà quello di mettere a fuoco più aspetti possibili che riguardano la coppia infertile e il singolo paziente. In pratica, i medici di famiglia Fimmg saranno chiamati a rispondere a questionario, che nei prossimi giorni coinvolgerà preliminarmente gli iscritti di Fimmg Napoli, per arrivare a una sorta di identikit delle coppie che si rivolgono al proprio medico di famiglia per problemi che riguardano la sfera sessuale e riproduttiva, e per comprendere in che modo i medici di medicina generale contribuiscono a indirizzare i loro pazienti verso specifici percorsi di prevenzione e diagnostico-terapeutici dedicati alla fertilità e alla riproduzione.
“Questa opportunità – dichiara Luigi Sparano, Segretario provinciale Fimmg Napoli – consentirà ai medici di medicina generale di fare emergere con tempestività ‘lo stato della salute riproduttiva’ della popolazione in carico, favorendo la possibilità di reclutare percorsi diagnostici in tempi ragionevoli finalizzati ad adottare le migliori strategie terapeutiche”. “L’iniziativa ha l’obiettivo di favorire una collaborazione tra gli operatori della salute riproduttiva in tutti i suoi aspetti per l’inquadramento della coppia infertile, dalla prevenzione primaria al percorso diagnostico e terapeutico”, spiega Antonino Guglielmino, presidente area ginecologica Siru.
“Il nostro obiettivo – commenta Luigi Montano, presidente area Andrologica della Siru – è costruire insieme un percorso istituzionale con il Governo attuale per rendere strutturale e istituzionalizzare la visita andrologica e lo spermiogramma per tutti gli uomini, sin dall’adolescenza. In un paese come l’Italia, i cui tassi di natalità sono tra i più bassi al mondo, dove dal 2004 è venuta a mancare la visita di leva che rappresentava comunque un importante filtro, se si aggiungono poi i dati sempre più preoccupanti del declino spermatico a livello globale, è più che urgente intervenire per intercettare precocemente i pazienti che presentano disturbi trattabili e che in futuro potrebbero creare problemi di infertilità”, conclude.