Roma, 31 gen. (Adnkronos Salute) – Un italiano su due considera la sanità e la salute come prioritarie nell’agenda del Governo, davanti a lavoro ed energia, uno su 3 crede che l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo, non sia oggi pienamente rispettato e per 8 su dieci lo Stato dovrebbe investire nell’assistenza farmaceutica pubblica. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Ipsos e presentato oggi a Roma nel corso della quinta edizione dell’Inventing for Life Health Summit, quest’anno dedicato al tema “Investing for Life: la salute conta”, organizzato da Msd Italia per esplorare gli argomenti chiave delle politiche sanitarie in Italia. All’incontro, all’Auditorium dell’Ara Pacis, esperti e decisori si sono confrontati sul valore della salute. Tanti i temi sul tavolo: quali sono le priorità e le aspettative dei cittadini italiani nei confronti della sanità e della salute in generale? Ricerca e innovazione sono davvero percepite come un volano strategico per lo sviluppo economico, industriale e sociale del nostro Paese? Quale ruolo possono avere, in tal senso, le partnership pubblico-privato? E, soprattutto, ha ancora senso parlare di spesa o, più correttamente, di investimento in sanità e salute?
“Un solo virus – ha esordito Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia – è stato in grado di mettere in ginocchio le economie mondiali; se oggi viviamo una fase di nuova normalità è anche grazie allo straordinario impegno della Ricerca e Sviluppo delle aziende farmaceutiche – unitamente a virtuose partnership pubblico-privato che occorrerebbe mantenere e consolidare per una governance della salute sempre più resiliente, inclusiva e sostenibile. Un impegno che richiede un ecosistema istituzionale, regolatorio ed economico che finalmente guardi con favore all’Innovazione, come fattore generatore di Valore, come un investimento per il Paese anziché una mera spesa corrente”.
Il riconoscimento del valore strategico della sanità e, più in generale, della salute sembra essersi parzialmente “rarefatto” nell’agenda politica del Paese – è emerso dall’evento – così come la copertura mediatica dedicata ai temi sanitari, passata dall’80% dei primi mesi del 2020 (dati Agcom) a una quota assolutamente residuale ai nostri giorni. Una percezione che sembra essere avvalorata dai dati della ricerca Ipsos.
“Le emergenze nuove che il Covid ha portato e quelle, preesistenti che la pandemia ha evidenziato e aggravato – afferma Elena Bonetti, membro della XII Commissione della Camera – devono trovare una risposta strutturale di pianificazione e di intervento. Ci serve più personale e una riorganizzazione efficiente, a partire dalla necessità urgente di eliminare le liste di attesa per esami diagnostici, che metta a sistema i tre assi degli investimenti in formazione, in medicina territoriale ed eccellenze. Il Pnrr, da solo, non può bastare”.
La pandemia “ha imposto il superamento di un approccio ragionieristico al tema del diritto alla salute – evidenzia Ugo Cappellacci, presidente XII Commissione Affari Sociali della Camera –. Le priorità sono il reclutamento del personale sanitario e il miglioramento del trattamento professionale e delle condizioni di lavoro dello stesso. Bisogna superare il numero chiuso nella facoltà di Medicina e rilanciare le scuole di specializzazione e definire una sanità che veda una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, con un incremento delle prestazioni domiciliari”.
Il Ssn “deve approcciarsi diversamente – ragiona Vanessa Cattoi, membro della V Commissione della Camera – se vogliamo superare le attuali criticità e rendere le innovazioni scientifiche sanitarie accessibili a un maggior numero di persone e sostenibili sotto il profilo economico. Le risorse messe a disposizione dal Pnrr nella missione Salute rappresentano un’occasione in tal senso, rispondendo all’input che proviene dall’Ue di potenziare l’assistenza territoriale e incentivare la capacità di ricerca e innovazione del sistema. A tale scopo ho richiamato l’attenzione del Governo attraverso un ordine del giorno a mia firma, approvato nell’ambito dell’ultima manovra, volto a prevedere l’istituzione di un tavolo di lavoro interministeriale coordinato dai della Salute e dell’Economia e delle finanze, con la partecipazione di Aifa, pazienti e clinici, che abbia la finalità di favorire e rendere fattibile questo auspicato cambio di paradigma considerando, in termini di allocazione di bilancio, un investimento ciò che ora viene considerato una mera spesa sanitaria. Si tratta, a mio avviso, di una questione che dovrà essere portata al centro del dibattito europeo”.
In tema di ricerca e innovazione come volano strategico per lo sviluppo economico, industriale e sociale della nostra Nazione, interviene Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr: “La ricerca scientifica – spiega – deve supportare la società nel catalizzare innovazione, inclusione, avanzamenti della conoscenza: un principio applicabile a ogni settore e a maggior ragione in quello della salute. In ambito medico la comunità scientifica deve fornire strumenti per rispondere ai bisogni e alle emergenze di oggi – come fatto in questi anni per fronteggiare la pandemia – ma anche guardando al futuro. I progressi raggiunti nel campo della medicina rigenerativa, della neuroimmunologia, della robotica e dell’intelligenza artificiale sono già rivoluzionari, perché frutto di una visione che ha saputo andare oltre. E ancora di più lo saranno in futuro. È necessario muoversi nell’ottica di un sistema equilibrato tra sanità, ricerca traslazionale e di base; soggetti pubblici e privati, innovazione e assistenza. Senza dimenticare che al centro del progresso medico deve esserci sempre la persona: è questo il primo passo per la realizzazione di un nuovo umanesimo, nel quale l’evidenza scientifica rappresenta il metodo e il servizio all’umanità il fine”.
Infine, Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg: “La partnership pubblico-privato vede nella medicina generale la sua realizzazione più efficiente ed efficace all’interno del Ssn – rimarca – attraverso il meccanismo del convenzionamento che permette alla dirigenza sanitaria pubblica di programmare gli obiettivi di salute e assegnarne la realizzazione ai medici, liberi professionisti, in autonoma organizzazione. L’evoluzione della medicina generale in associazioni tra medici sempre più ampie ed articolate, porta alla realizzazione di forme societarie private con finalità etica e senza fine di lucro, per le quali Fimmg chiede l’investimento di risorse da parte del governo per garantire la presenza di personale di studio a supporto delle attività dei medici orientate ai temi della prevenzione e dell’assistenza al cronico”.
La medicina generale “rimane la stessa, è il Ssn che non ha capito come usarla nelle sue caratteristiche. Il Sistema sanitario appare evidentemente in difficoltà di sostegno economico e di capacità assistenziali. Deve comprendere di poter utilizzare al meglio le risorse umane, professionali e contrattuali che ha”, conclude.