Roma, 19 lug. (Adnkronos Salute) – Sono 4milioni gli ‘over 60’ fragili in Italia, più di 1 su 5. Oltre 1 milione presenta fragilità severa, che aumenta fino a 5 volte il rischio di morte. Sono più colpiti gli anziani a basso reddito e chi vive al Sud. E 13 milioni di over 60 (3 su 4) sono affetti da 5 o più malattie croniche, che aumentano il rischio di disabilità. Questa la mappa della fragilità in Italia, la prima del genere, curata per Italia Longeva da Davide Vetrano, geriatra ed epidemiologo al Karolinska Institutet di Stoccolma, in collaborazione con la Società italiana di medicina generale (Simg). L’indagine è stata presentata oggi al ministero della Salute nel corso della settima edizione degli ‘Stati generali dell’assistenza a lungo termine – Long-Term Care Seven’, l’appuntamento annuale di Italia Longeva.
Il 6,5% della popolazione over 60 (circa 1.200.000 persone) è affetto da fragilità severa, percentuale che varia a seconda delle aree del Paese, con in testa le regioni del Sud e Isole (8,2%), rispetto a quelle del Centro (6,2%) e del Nord (5,3%). La maglia nera per maggior numero relativo di anziani affetti da fragilità grave – emerge dall’indagine – spetta alla provincia di Rieti (14,4%), seguita da Salerno (12%) e Trapani (11,9). Campania e Sicilia presentano ben 7 province tra le prime 10 con le percentuali più elevate di soggetti con fragilità severa. Di contro, le città che mostrano una minore concentrazione di anziani con fragilità grave, con valori fino a dieci volte inferiori, sono Asti (1,9%), Macerata (2,1%) e Bolzano (2,4%).
A determinare il livello di fragilità della popolazione entrano in gioco anche variabili di tipo socio-demografico: la fragilità severa cresce all’aumentare dell’età, passando dallo 0,8% fra i 60-65 anni al 17,3% negli ultraottantenni, ed è maggiore nelle province con più bassi valori di reddito medio pro-capite. Non mancano, tuttavia, province con valori di reddito estremamente differenti, ma con livelli di fragilità simile: è il caso di Foggia e Pavia, che a fronte di un reddito medio pro-capite rispettivamente di 15mila e 22mila euro, registrano entrambe l’8% di over 60 con fragilità severa. Le disuguaglianze socioeconomiche spiegano solamente parte del problema, dunque.
“Il lavoro nato dalla collaborazione tra geriatri e medici di medicina generale – commenta Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva – ha concretizzato la fragilità in una misura fruibile e interpretabile, sia per i medici che per i decisori, per meglio declinare l’assistenza agli anziani. Riconoscere per tempo la fragilità consente al medico di intervenire sul singolo paziente con una presa in carico personalizzata prima che la condizione precipiti ulteriormente. Ma non solo: sapere quali regioni e province d’Italia sono caratterizzate da una più alta prevalenza di fragilità e multimorbidità permette di destinare alla long-term care risorse, professionisti, strutture e servizi adeguati a rispondere puntualmente ai bisogni dei più vulnerabili”.
La pandemia di Covid-19 “ha fatto capire che il problema è lì e che dobbiamo sfruttare l’opportunità del Pnrr per ripensare un servizio sanitario orientato alla presa in carico delle persone fragili”, sottolinea Bernabei.