Vai al contenuto

Schillaci, ‘fino a 70% di chi va in Pronto soccorso può farne a meno’

Roma, 5 apr. (Adnkronos Salute) – “Fino al 70% dei cittadini e delle cittadine che si recano in Pronto Soccorso potrebbe farne a meno, potrebbe cioè rivolgersi ad altre strutture”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo all’evento ‘Healthcare Talk’ di Rcs Academy e Corriere della Sera dal titolo “Innovazione e investimenti in sanità e nel life science”, ribadendo l’importanza di rafforzare, per questo, la medicina territoriale.

“La medicina territoriale – sottolinea il ministro – è stata e rimane il vero tallone di Achille del nostro sistema sanitario nazionale. Su questo io conto molto sui fondi del Pnrr per costruire le case di comunità, e tengo a precisare che negli stanziamenti sono previsti fondi solamente per le infrastrutture: quindi spetta a noi l’arduo compito di trovare i professionisti che vi potranno operare, e su questo metteremo in campo tutta la nostra volontà condivisa con i vari professionisti per trovare una soluzione”, assicura il ministro della Salute.

“Ma – osserva – credo che il nuovo sistema debba essere un sistema che si basa non solo sugli ospedali, sulle nuove case di comunità ma tenga anche in grande considerazione i medici di famiglia, e stiamo lavorando con loro per rivalutarne il ruolo, le farmacie dei servizi e l’ammodernamento del Ssn”.

Ed ancora: “Le liste d’attesa sono un problema cogente e annoso. Sono intollerabili soprattutto quelle oncologiche. Abbiamo stanziato nell’ultimo decreto Milleproroghe 360 milioni per le Regioni, e noto per esempio, con grande soddisfazione che nei giorni scorsi la Regione Lombardia, per prima, ha destinato un importante investimento proprio nella riduzione delle liste d’attesa”. Dunque – secondo il ministro “le liste di attesa vanno ridotte, e il “privato convenzionato deve contribuire”.

“Ci vogliono registri unici di prenotazione tra il servizio pubblico e il privato convenzionato – ha affermato – e bisogna puntare anche ad avere una maggiore appropriatezza. E credo, come andremo a fare, che incentivando i medici del servizio sanitario nazionale e riconoscendo loro migliori tariffe per il lavoro extra-orario che fanno, questo possa essere un’arma per combattere le liste di attesa”.