
Negli ultimi anni, il fenomeno dei viaggi della salute ha assunto una rilevanza crescente in Italia. Sempre più persone scelgono di curarsi lontano da casa, affrontando trasferte anche di centinaia di chilometri per ricevere trattamenti specifici, operazioni chirurgiche o semplicemente visite diagnostiche in strutture diverse da quelle di residenza. Questo tipo di mobilità sanitaria, che in passato era circoscritta a pochi casi particolari, oggi coinvolge pazienti di tutte le età e fasce sociali.
L’incremento dei viaggi della salute è strettamente connesso a una serie di problematiche strutturali del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), ma anche alla ricerca di eccellenze sanitarie, tempi di attesa più brevi e una maggiore personalizzazione delle cure. Si viaggia per necessità, ma anche per scelta. E in alcuni casi, per ottenere prestazioni mediche innovative o non disponibili nella propria regione.
Vediamo insieme i 5 motivi principali che spingono gli italiani a partire per curarsi altrove, e perché i viaggi della salute rappresentano una tendenza in costante crescita.
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Curarsi fuori regione per accedere a strutture d’eccellenza
Uno dei motivi principali per cui molte persone intraprendono viaggi della salute è la possibilità di accedere a ospedali o centri medici di alta specializzazione. Alcune regioni italiane, come la Lombardia, l’Emilia-Romagna o il Veneto, vantano strutture all’avanguardia in settori come la cardiochirurgia, l’oncologia, la neurochirurgia e la riabilitazione.
Molti pazienti del Sud Italia, ad esempio, si spostano verso il Nord per usufruire di tecnologie più avanzate e personale con maggiore esperienza su determinate patologie. Questo tipo di mobilità è spesso supportato dal SSN, che copre le spese sanitarie anche quando il trattamento avviene fuori regione, a condizione che ci siano giustificate motivazioni cliniche.
In un contesto in cui la qualità delle cure è percepita come disomogenea tra territori, il viaggio diventa l’unico modo per accedere a trattamenti che garantiscano maggiori probabilità di successo.

Viaggi della salute per evitare liste d’attesa troppo lunghe
Un altro fattore determinante riguarda i tempi di attesa. In molte regioni, soprattutto nel Centro-Sud, prenotare una visita specialistica o un intervento chirurgico attraverso il SSN può richiedere mesi, se non anni. Questo spinge i pazienti più motivati a cercare alternative in altre città o regioni dove i tempi siano più brevi.
I viaggi della salute, in questo senso, rappresentano una risposta concreta a un’esigenza di tempestività: quando si ha a che fare con problemi di salute ignoti o dove il tempo è una risorsa preziosa. Curarsi altrove permette di anticipare diagnosi e trattamenti, con effetti positivi sulla prognosi e sul benessere psicologico del paziente.
Anche in questo caso, il SSN può autorizzare la mobilità sanitaria qualora vi sia una documentata impossibilità di ricevere la prestazione in tempi congrui nella propria ASL di riferimento.

Quanto incide il costo delle cure nei viaggi della salute
Contrariamente a quanto si possa pensare, i viaggi della salute non sono solo un fenomeno d’élite. In molti casi, le persone si spostano anche per motivi economici, cercando cure di qualità a un prezzo più accessibile. Questo vale soprattutto per prestazioni in regime privato, come cure dentistiche, chirurgia estetica o trattamenti fisioterapici.
Alcuni pazienti scelgono di curarsi in cliniche private di regioni dove il costo della vita è inferiore, oppure dove i servizi sanitari hanno sviluppato modelli di efficienza che consentono di contenere le tariffe. Viaggiare, in questi casi, significa risparmiare anche centinaia o migliaia di euro, pur mantenendo alti standard qualitativi.
In altri casi ancora, il viaggio consente di accedere a pacchetti sanitari tutto incluso che comprendono cure, pernottamento e assistenza post-operatoria, particolarmente apprezzati nei settori della medicina estetica e della riabilitazione.

Quando si viaggia per ricevere cure innovative e sperimentali
Un aspetto meno noto, ma in crescita, è quello legato alla ricerca di trattamenti sperimentali o terapie innovative non disponibili nella propria regione o ancora in fase di sperimentazione clinica. I pazienti oncologici, ad esempio, sono spesso tra i più coinvolti in questo tipo di viaggi della salute, alla ricerca di protocolli terapeutici d’avanguardia o di centri che partecipano a trial clinici su nuovi farmaci.
Anche nel campo della medicina rigenerativa, della chirurgia robotica e delle biotecnologie applicate alla cura, alcuni ospedali italiani (come l’Istituto Europeo di Oncologia o il Bambino Gesù di Roma) rappresentano poli di eccellenza che attraggono pazienti da tutto il territorio nazionale.
Viaggiare per curarsi diventa così non solo una scelta di qualità, ma anche una possibilità per accedere a cure altrimenti inaccessibili, soprattutto in patologie gravi o rare.

Viaggi della salute: anche il supporto familiare fa la differenza
Infine, va considerato l’aspetto umano. Spesso i viaggi della salute vengono pianificati anche in funzione della rete familiare: una persona può decidere di curarsi in una città dove vive un parente o un amico, che può offrire supporto logistico ed emotivo durante la degenza o il recupero.
Il fattore affettivo non è secondario, soprattutto nei casi in cui la malattia comporta lunghi tempi di ricovero o di riabilitazione. Curarsi lontano da casa, in queste situazioni, diventa un modo per non affrontare la malattia da soli, beneficiando della presenza di persone fidate che possono accompagnare il paziente nel percorso di cura.
Questo aspetto si intreccia anche con la crescente importanza delle case di accoglienza e delle strutture convenzionate con le grandi cliniche, che consentono alle famiglie di soggiornare nelle vicinanze dell’ospedale a costi contenuti.