Roma, 3 apr. (Adnkronos Salute) – Nel trattamento del diabete di tipo 1, tra le 16 procedure attualmente utilizzate, in un quadro regionale fortemente diversificato, per valutare i fabbisogni clinici e strutturare le gare sanitarie pubbliche (procurement), quella che prevede il noleggio del device e service consente di valorizzare l’appropriatezza della soluzione tecnologica, l’accesso all’innovazione e la centralità delle esigenze del paziente. Sono i risultati principali dello studio ‘Creare valore con il procurement. Il caso dei dispositivi per il trattamento del diabete 1’, realizzato dai ricercatori Cergas- Sda Bocconi Veronica Vecchi, Niccolò Cusumano, Rosanna Tarricone, Giuditta Callea e Chiara Mauro, con il supporto incondizionato di Medtronic, presentato presso la sede romana di Sda Bocconi, in occasione del primo incontro dedicato a esperti e rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, che si è svolto
La spesa per le tecnologie per il diabete, stimata intorno al 5% del totale – spiega una nota – potrebbe rappresentare un investimento che genera risparmio non solo in termini di migliori esiti clinici e minori complicanze, ma anche in termini di gestione amministrativa e da parte degli specialisti. Il modello di approvvigionamento ‘service’ (che include in un solo canone il noleggio del microinfusore e la fornitura dei prodotti consumabili) ha generato vantaggi rilevanti in termini di efficienza sul piano dei costi, appropriatezza rispetto ai fabbisogni del paziente, e ottimizzazione del magazzino.
Chi ha adottato questo modello ha evidenziato un beneficio in termini di massima libertà prescrittiva grazie all’acquisto di una gamma prodotti anziché di un singolo prodotto e, in particolare i diabetologi, hanno evidenziato l’importanza della customer experience. La gestione a domicilio dell’approvvigionamento del materiale di consumo, completamente a carico dei fornitori, genera benefici sia per il paziente che per la struttura sanitaria in quanto viene ridotto l’onere gestionale a carico di quest’ultima.
Oggi l’innovazione rende disponibili sistemi integrati di ultima generazione in grado di fornire insulina tramite microboli automatici sia di correzione che di basalizzazione rilasciati grazie ad algoritmi che rivalutano le strategie terapeutiche in automatico ogni 5 minuti – giorno e notte, 7 giorni su 7 – e di sopperire a eventuali dimenticanze o errori di stima delle quantità di cibo o insulina da parte dei pazienti, facilitando quindi la terapia e migliorando la qualità di vita del paziente. A questa tecnologia così evoluta si sommano ora dei servizi in grado di fare la differenza per la gestione di una condizione cronica, quali ad esempio, il monitoraggio a distanza dei pazienti, i servizi di supporto educazionali online e di aiuto per la conta dei carboidrati
“L’analisi condotta – spiega Veronica Vecchi, professor of Practice of Business Government Relations, Sda Bocconi School of Management – ha evidenziato un sistema fortemente diversificato dei modelli di procurement. Il servizio sanitario nazionale presenta una notevole variabilità interregionale e interaziendale, sia per aspetti organizzativi, intesi come logistica e distribuzione, sia di presa in carico del paziente e in generale di orientamento al mercato. Ciò che emerge, è un quadro fortemente diversificato di modelli d’acquisto”.
“Il sistema sanitario – aggiunge Luigi Morgese, direttore Divisione Diabete di Medtronic Italia – è chiamato a fronteggiare la crescente domanda di terapia nell’area del Diabete insulino trattato. Le possibilità offerte da nuove tecnologie sempre più volte all’ottenimento del migliore esito clinico vedono l’integrazione di soluzioni e servizi che si sviluppano in ecosistemi digitali. Tuttavia in Italia solo il 10% delle persone con diabete di tipo 1 accede a terapie basate su tecnologie innovative. E’ auspicabile riflettere su un aggiornamento dei criteri di valutazione e scelta nelle procedure pubbliche di acquisto, introducendo ulteriori parametri oltre a quelli puramente economici del singolo dispositivo. Aspetti come qualità, valore innovativo dei servizi correlati offerti, grado di soddisfazione dei pazienti, sono nuovi fattori da inserire nella equazione del “rendimento” degli investimenti per una salute più sostenibile e inclusiva”.
La gestione del diabete – dettaglia la nota – richiede continui e molteplici interventi sui livelli glicemici e sui fattori di rischio, finalizzati alla prevenzione delle complicanze. Secondo l’ultimo Report dell’Italian Diabetes Barometer 2022, nel nostro Paese si stimano circa 3,5 milioni di persone con diabete (il 5,9% della popolazione) e, di queste, sono circa 300mila a soffrire di diabete di tipo 1, pari allo 0,5% della popolazione, con un’incidenza di 8.1 bambini su 100.000 ogni anno.
Il diabete ha rilevante impatto economico in termini di costi diretti sanitari -ricoveri, cure infermieristiche, prestazioni specialistiche, farmaci – che ammontano a più di 9,93 miliardi di euro all’anno o 1,14 milioni di euro ogni ora. Ci sono poi i costi indiretti, dati dall’impatto su capacità lavorative e riduzione della produttività.
“I modelli innovativi di approvvigionamento – conclude Rosanna Tarricone, Associate Dean Government, Health and Not for Profit, Sda Bocconi School of Management – devono considerare in modo sempre più integrato la valutazione dell’impatto sui pazienti. I concetti di ‘patient experience’ e di ’patient journey’ non rappresentano ancora i criteri principali di valutazione, segno che manca un vero orientamento al paziente. Lo studio condotto dal Cergas-Sda Bocconi illustra le metodologie da seguire per la misurazione degli outcome, sia di processo sia clinici, che possono aiutare a migliorare i processi decisionali di acquisto e di accesso all’innovazione tecnologica in base al contesto specifico”.