Milano, 23 mar. (Adnkronos Salute) – La tubercolosi resta una delle principali infezioni killer nel mondo, con 1,6 milioni di morti e milioni di contagi ogni anno a livello globale, e un impatto enorme su famiglie e comunità. L’anno scorso, complice la pandemia di Covid-19, per la prima volta in quasi due decenni l’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato una risalita dei casi di Tbc e di Tbc resistente ai farmaci, insieme a un aumento dei decessi. Oltre a Covid, altre crisi in corso come le guerre, l’insicurezza alimentare, i cambiamenti climatici e l’instabilità politica ed economica hanno invertito il trend di anni di progressi compiuti nella lotta alla malattia, denuncia l’Oms che alla vigilia del 24 marzo – World Tb Day annuncia un raddoppio degli sforzi per vincere la malattia entro il 2030. La Flagship Initiative #EndTb 2018-2022 proseguirà anche nel periodo 2023-2027, per accelerare i progressi verso gli obiettivi di fine decennio: stop Tbc e raggiungimento della copertura sanitaria universale contro l’infezione.
‘Yes! We can end Tb!’ è lo slogan della Giornata mondiale 2023: ‘Sì, possiamo vincere la Tbc’, assicura l’agenzia delle Nazioni Unite per la sanità. “La tubercolosi è prevenibile, trattabile e curabile, eppure questo antico flagello che ha afflitto l’umanità per millenni continua a causare sofferenza e morte a milioni di persone ogni anno”, dichiara il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, promotore dell’iniziativa anti-Tbc con cui “l’Oms – ricorda il Dg – si impegna a sostenere i Paesi per intensificare la loro risposta” alla tubercolosi, “allargando l’accesso ai servizi per prevenire, diagnosticare e curare l’infezione come step chiave nel viaggio verso la copertura sanitaria universale e per rafforzare le difese contro epidemie e pandemie”.
“Il 2023 è la nostra occasione per far progredire gli obiettivi dell’agenda che punta alla fine della tubercolosi – afferma Tereza Kasaeva, a capo del Programma globale Oms per la Tbc – In occasione della Giornata mondiale, l’Oms sta premendo per un fermo impegno politico ai più alti livelli, per una forte collaborazione multisettoriale e un’efficace assunzione di responsabilità. Abbiamo bisogno che tutti – individui, comunità, società, donatori e governi – facciano la loro parte per porre fine alla tubercolosi. Insieme sì, possiamo riuscirci”. Per richiamare alla necessità di sforzi condivisi, anticipa l’Oms, il prossimo settembre l’Assemblea generale Onu convocherà tre riunioni ad alto livello incentrate sulla copertura sanitaria universale, la preparazione e la risposta alle pandemie e la fine della tubercolosi.
L’iniziativa dell’Oms contro la Tbc – evidenzia l’agenzia ginevrina – punta ad allargare l’erogazione di terapie di qualità attraverso un accesso equo alla diagnostica rapida, a trattamenti orali più brevi e ad altre innovazioni, compresi gli strumenti della sanità digitale. Si rimarca inoltre l’urgenza di aumentare gli investimenti nazionali e internazionali nei servizi, nella ricerca e nell’innovazione contro la tubercolosi, in particolare nello sviluppo di nuovi vaccini. Si rileva poi la necessità che i programmi anti-Tbc, specie nei Paesi con un alto carico di malattia, vengano riconosciuti come una componente essenziale dei sistemi sanitari, rafforzando l’assistenza sanitaria di base e la preparazione e la risposta alle pandemie. Ancora, l’iniziativa Oms sollecita un’azione responsabile e congiunta volta a contrastare fattori chiave che alimentano l’epidemia di tubercolosi quali povertà, denutrizione, diabete, Hiv, uso di tabacco e consumo di alcol, condizioni di vita e di lavoro inadeguate.
Nell’ambito dell’iniziativa, l’Oms e i suoi partner lanciano infine agli Stati membri un invito specifico ad accelerare l’introduzione dei nuovi regimi di trattamento orale più brevi raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità per la Tbc resistente ai farmaci. Nel 2021 – precisa infatti l’agenzia – quasi mezzo milione di persone nel pianeta si sono ammalate di tubercolosi multifarmaco-resistente o resistente alla rifampicina, ma appena un terzo ha avuto accesso alle cure. Le nuove linee guida Oms sul trattamento della Tbc resistente raccomandano una rapida introduzione del nuovo regime BPaLM/BPaL che ha il potenziale di aumentare significativamente i tassi di guarigione grazie alla sua elevata efficacia, di offrire un accesso più ampio alla terapia per il suo costo inferiore e di migliorare anche la qualità di vita dei pazienti, essendo un trattamento che si assume per bocca e dura molto meno rispetto ai regimi terapeutici tradizionali.