Vai al contenuto

Fili di Kirschner: cosa sono, come funzionano e quando si usano in ortopedia?

I fili di Kirschner, noti anche come K-wire, sono strumenti fondamentali utilizzati in ambito ortopedico. Questi dispositivi, introdotti nella pratica medica agli inizi del XX secolo, hanno rivoluzionato la chirurgia ortopedica, offrendo una soluzione minimamente invasiva per la fissazione delle ossa. Con il progredire della medicina e delle tecniche chirurgiche, i fili di Kirschner sono diventati essenziali per il trattamento di fratture, lussazioni e altri traumi ossei.

Cosa sono i fili di Kirschner?

I fili di Kirschner sono fili metallici sottili, generalmente realizzati in acciaio inossidabile o in lega di titanio. Sono strumenti molto versatili, impiegati per la fissazione interna temporanea di ossa fratturate o per stabilizzare articolazioni durante il processo di guarigione. I fili variano in lunghezza e diametro, a seconda delle necessità cliniche e del tipo di frattura da trattare.

La loro caratteristica principale è la possibilità di essere inseriti all’interno dell’osso senza bisogno di incisioni chirurgiche particolarmente estese, riducendo così il rischio di complicanze post-operatorie e migliorando i tempi di recupero per il paziente. Questa tecnica è particolarmente utile per le fratture che necessitano di stabilizzazione temporanea, come quelle del polso, del gomito, della mano, della caviglia e della clavicola.

I fili di Kirschner possono essere utilizzati da soli o in combinazione con altri dispositivi, come placche o viti, a seconda del tipo di trauma o dell’intervento chirurgico previsto.

I fili di Kirschner si usano in ortopedia per correggere fratture o problemi di allineamento osseo

Perché si chiamano fili di Kirschner?

Il nome “fili di Kirschner” deriva dal dottor Martin Kirschner, un chirurgo tedesco che introdusse questa tecnica innovativa agli inizi del XX secolo. Kirschner sviluppò i fili come alternativa più sicura e meno invasiva rispetto ai metodi di fissazione ossea precedenti, che spesso comportavano incisioni estese e un rischio maggiore di infezioni.

Grazie alla semplicità e all’efficacia dei fili di Kirschner, questa tecnica divenne rapidamente popolare in tutto il mondo, e continua a essere ampiamente utilizzata anche nella chirurgia ortopedica moderna. Il loro utilizzo è cresciuto grazie alla possibilità di inserire i fili attraverso piccole incisioni cutanee, riducendo al minimo il trauma ai tessuti circostanti e favorendo una guarigione più rapida.

Il fili di Kirschner prendono il nome dal chirurgo tedesco che li ha inventati

Come si usano e cosa servono?

I fili di Kirschner vengono inseriti per via percutanea, ovvero attraverso la pelle, utilizzando strumenti specifici come trapani chirurgici. L’inserimento dei fili avviene direttamente nell’osso, fornendo una fissazione temporanea che permette ai frammenti ossei di rimanere allineati durante il processo di guarigione. Questa tecnica viene impiegata in una vasta gamma di fratture, comprese:

  • fratture del polso: i fili di Kirschner sono ampiamente utilizzati per trattare le fratture distali del radio, uno degli infortuni più comuni nel trauma ortopedico.
  • fratture delle dita: l’inserimento dei fili può stabilizzare le piccole ossa delle dita senza necessità di interventi chirurgici invasivi.
  • fratture della caviglia: in caso di lussazioni o fratture complesse, i fili di Kirschner possono mantenere l’allineamento corretto fino alla guarigione completa.
  • fratture dell’anca nei bambini: questa tecnica è spesso utilizzata nei bambini, in quanto permette una fissazione efficace senza danneggiare il tessuto in crescita.

Inoltre, i fili di Kirschner possono essere utilizzati anche per stabilizzare le articolazioni in caso di lussazioni, come nella lussazione del gomito, o per trattare deformità ossee congenite o acquisite.

Un altro vantaggio dei fili di Kirschner è che, essendo metallici, possono essere facilmente monitorati attraverso i raggi X durante il processo di guarigione, consentendo ai medici di verificare l’allineamento dei frammenti ossei in modo preciso.

In casi rari i fili di Kirschner si integrano così bene nell’osso da non richiederne la rimozione chirurgica

Come togliere il filo di Kirschner?

La rimozione dei fili di Kirschner è generalmente un’operazione semplice e rapida, che può essere eseguita in ambulatorio, a seconda del paziente e del tipo di intervento effettuato. Prima della rimozione, il chirurgo verificherà tramite radiografie se il processo di guarigione è completo e se i fili non sono più necessari per mantenere stabile l’osso.

Il processo di rimozione richiede che il chirurgo:

  1. Disinfetti accuratamente la zona in cui sono stati inseriti i fili.
  2. Rimuova eventuali punti di sutura (se presenti).
  3. Estragga i fili con appositi strumenti, come pinze chirurgiche, solitamente senza bisogno di anestesia locale, poiché la procedura è generalmente ben tollerata dai pazienti.

Tuttavia, in alcuni casi, soprattutto se i fili sono stati utilizzati per un lungo periodo o se si sono verificati complicazioni come infezioni o migrazioni del filo, potrebbe essere necessaria una piccola incisione o un’anestesia locale per facilitare la rimozione. Una volta estratti i fili, la guarigione della pelle e dei tessuti circostanti avviene rapidamente, e il paziente può tornare gradualmente alle normali attività.

In casi rari, i fili di Kirschner possono non essere rimossi, specialmente se si integrano bene nell’osso e non causano alcun disagio al paziente.

Argomenti