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“L’essenza dei confini, l’assenza di confini” Le Giornate Pisane di Psichiatria e Psicofarmacologia

 “L’essenza dei confini, l’assenza di confini: la Psichiatria tra vecchie e nuove frontiere” è il tema della VI edizione delle Giornate Pisane di Psichiatria e Psicofarmacologia Clinica che si aprono giovedì 13 giugno al Centro Congressi Hotel Galilei, per concludersi sabato 15 giugno. Il meeting annuale, che riunisce oltre 500 specialisti provenienti dalle Università, dalle Aziende sanitarie, dalle strutture territoriali e dalla formazione, consacra Pisa come capitale della Psichiatria italiana e internazionale. L’appuntamento medico scientifico sarà presieduto dalla professoressa Liliana Dell’Osso, Professore Ordinario di Psichiatria dell’Università di Pisa e Direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria, e dal professor Giovanni Cioni, Professore Ordinario di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Pisa nonché Direttore Scientifico dell’Istituto Scientifico Fondazione Stella Maris. Tra gli ospiti internazionali figurano la Prof Shear della Columbia University di New York, il prof. Vitiello del centro NIH di Bethesda (Washington), il prof. Forssberg di Stoccolma, il prof. Cohen di Parigi e i professori di Psichiatria e Neuropsichiatria Infantile delle più prestigiose Università italiane.

“Le “Giornate Pisane” sono, in realtà, un convegno internazionale ed il termine “Pisane”, lungi dall’essere provincializzante, nasce dall’orgoglio dell’appartenenza ad una Scuola di Psichiatria che è sempre stata ai massimi livelli sul piano scientifico e assistenziale. Questo deriva anche – dice la prof. Dell’Osso – dal mio amore per Pisa che sento come la mia città pur non essendoci nata. L’attenta e approfondita osservazione dei pazienti conferma ogni giorno di più la necessità di un approccio multidisciplinare, attento anche allo studio di fenomeni sociali emergenti come l’”internet addiction” e degli opportuni trattamenti pronti a recepire anche le più recenti acquisizioni tecnologiche quali, ad esempio, la realtà virtuale e la terapia robotica”.

Un aspetto di rilievo a cui la prof. Dell’Osso ha sempre rivolto l’attenzione è rappresentato dall’appropriatezza della diagnosi. La Scuola Pisana di Psichiatria, in collaborazione con la Columbia University di New York e le Università di Pittsburgh e San Diego ha realizzato una serie di strumenti di valutazione in grado di indagare aspetti psicopatologici che nell’insieme possono contribuire ad una maggiore conoscenza del disturbo psichiatrico. Scavando a ritroso nella vita del paziente con indagini mirate si possono mettere in evidenza tratti, comportamenti, disturbi, che il paziente stesso e/o i familiari non prendono nella giusta considerazione.

Quest’anno le Giornate Pisane coincidono con l’uscita del DSM-5, considerato ormai in tutto il mondo “la Bibbia della Psichiatria”, del quale verranno sottolineati gli aspetti innovativi ma anche le criticità. Questa nuova edizione del DSM ripropone la vexata quaestio dei criteri di classificazione diagnostica, cioè dei confini tra le diverse categorie diagnostiche e questo sarà l’argomento principe del convegno, ma saranno anche affrontati i problemi relativi ai confini tra patologia psichica e normalità, da un lato, e patologie non psichiatriche dall’altro.

Ampio spazio avrà tra, gli altri argomenti, la trattazione dei disturbi psicotici peri quali è sempre accesa la diatriba tra le diverse Scuole psichiatriche sull’opportunità o meno di estendere o restringere i confini diagnostici della schizofrenia. La Scuola Pisana di Psichiatria ha sempre sostenuto l’opportunità di ridimensionare la diagnosi di schizofrenia privilegiando un approccio multidimensionale il cui risultato è un mosaico di elementi sindromici di rilievo clinico ed anche subclinico che consente un approccio psico- e farmacoterapeutico mirato. Le ricerche condotte fino ad oggi hanno dato supporto a questa posizione.

Il professor Giovanni Cioni, co-organizzatore dell’evento, sottolinea che una delle grandi novità del meeting è quella di mettere insieme la Psichiatria degli adulti con quella del bambino e dell’adolescente. “Purtroppo come accade nella Pediatria per tanti altri disturbi fisici dell’infanzia – dice – anche per i disturbi della vita mentale, con l’arrivo della maggiore età, il paziente entra in una sorta di terra di nessuno, dove non è più in carico agli specialisti infantili ed è uno sconosciuto per quelli dell’adulto. E’ ildrammatico tema della transizione, sempre più attuale proprio per l’urgenza di dare continuità assistenziale agli artificiosi confini anagrafici che separano l’età evolutiva da quella adulta”.

Confini importanti per chi cura i bambini e gli adolescenti. “Uno dei confini più importanti è quello tra la cosìdetta normalità e la patologia – prosegue il professore -. Se questo tema è difficile per l’adulto, lo è ancora di più per il bambino. “Curare poco, curare troppo”. Si riferisce alle polemiche sorte su presunti eccessi di cure farmacologiche per l’ADHD? “Non abbiamo eccessi di interventi farmacologi in Italia in questo campo- spiega Cioni -. Nel nostro Paese si segue una politica molto corretta, basata su accurati controlli diagnostici, linee guida e una rete di specialisti qualificati per diagnosi e cure. In Italia vige infatti un registro per questa patologia e una rete di Centri qualificati, individuati in sede Ministeriale e Regionale”. Nella Psichiatria dell’infanzia la sfida non è solo capire il confine tra malattia e varianti della norma, ma anche la capacità di capirlo e fare diagnosi precocemente, migliorando la vita nel suo successivo divenire. “La diagnosi precoce è fondamentale per tutte le gravi patologie mentali. Pensiamo ai disturbi dell’umore e del comportamento – aggiunge il professore -. Come indicano i dati dell’OMS, confermati anche in Italia, la seconda causa di mortalità degli adolescenti è il suicidio. Anche su questo tema ora siamo in gradi di fare diagnosi appropriata, consentendo di intervenire in modo tempestivo. C’è grande bisogno di cultura nel mondo che si approccia al bambino ed all’adolescente, le cui manifestazioni possono essere differenti da quelle dell’adulto. Nella depressione, ad esempio, pensiamo al bambino triste, mentre i segnali depressivi nell’infanzia possono essere opposti, manifestandosi con iperattività”.

Ma precocità significa addirittura la vita neonatale, un tema importante che il meeting toccherà. “Per molti disturbi psichiatrici dell’adulto – conclude Cioni – la causa e l’inizio risale alla vita infantile e fetale. Sappiamo ad esempio che i disturbi psichjci ma anche fisici, per esempio connessi all’alimentazione della gestante possano lasciare tracce nella vita mentale del bambino che nascerà. Questo evidenzia l’importanza sempre maggiore e l’urgenza della precocità di diagnosi e di cura. Non mi stancherò mai di sottolineare come l’investimento in questo sia fondamentale per evitare costi personali, sociali ed economici in quello che rischia di essere l’adulto cronico. Si parla sempre più spesso del costo della salute mentale dell’adulto, ebbene intervenire nell’infanzia riduce questi costi ed oggi assolutamente non si investe abbastanza in assistenza e ricerca in questo campo”