Il sonno polifasico è una strategia di riposo che prevede il frazionamento del sonno in più brevi periodi distribuiti nell’arco delle 24 ore. Scopriamo cosa comporta, come viene praticata e i rischi e benefici ad essa associati.
Che cos’è il sonno polifasico?
Il sonno polifasico è una metodologia di riposo che si differenzia dal modello tradizionale monofasico, in cui una persona dorme per un lungo periodo continuo durante la notte. Nell’approccio polifasico, il sonno è suddiviso in più fasi distribuite lungo l’arco delle 24 ore, con l’obiettivo di massimizzare la qualità e l’efficacia del riposo.
In uno schema di sonno polifasico, la persona si impegna a dormire periodi più brevi rispetto al classico sonno notturno ma più frequenti. Ciò può includere ad esempio sonnellini di breve durata distribuiti durante il giorno, riducendo così il sonno notturno principale. L’obiettivo di questa pratica è sfruttare le diverse fasi del sonno, come la fase REM (Rapid Eye Movement) e il sonno profondo, in modo più efficiente.
Esistono diversi schemi di sonno polifasico, tra cui l’approccio “Everyman” che prevede un sonno principale di poche ore durante la notte, seguito da brevi riposini di 20-30 minuti distribuiti durante il giorno. Altri schemi più estremi, come l’approccio “Uberman” o “Dymaxion”, prevedono brevi sessioni di sonno distribuite uniformemente nell’arco delle 24 ore.
Questo tipo di sonno è stato oggetto di interesse e dibattito, poiché alcuni sostengono che possa portare a un miglioramento dell’energia, della concentrazione e della produttività, mentre altri mettono in guardia sui potenziali rischi, come la difficoltà di adattamento e la possibile deprivazione di sonno profondo. La pratica del sonno polifasico richiede un periodo di adattamento e supervisione per valutare gli effetti individuali.
Come si pratica il sonno polifasico?
La pratica del sonno polifasico richiede un approccio graduale e adattativo per consentire al corpo di abituarsi a un nuovo schema di riposo. Come già accennato, esistono diversi schemi di sonno polifasico, ma uno dei più comuni è l’approccio denominato “Everyman”. Di seguito sono descritti i passaggi generali per praticare il sonno polifasico:
- Comprende lo schema di sonno scelto:
- L’approccio “everyman” prevede un sonno principale di circa 3-4 ore durante la notte.
- Sono inclusi brevi riposini (power nap) di 20-30 minuti distribuiti uniformemente durante il giorno.
- Fase di adattamento:
- Ridurre gradualmente la durata del sonno notturno, dimezzando il tempo di sonno principale.
- Introdurre i brevi riposini durante il giorno, mantenendo una certa coerenza negli orari.
- Stabilire una routine rigida:
- Mantenere un orario fisso per i brevi riposini durante il giorno.
- Adattarsi a una routine regolare, permettendo al corpo di sincronizzarsi con i nuovi cicli di sonno.
- Monitoraggio e regolazione:
- Monitora attentamente la tua energia, la concentrazione e il benessere generale durante il periodo di adattamento.
- Se necessario, apporta regolazioni all’orario o alla durata dei riposini per ottimizzare i risultati.
- Costanza:
- La costanza è fondamentale per il successo del sonno polifasico, è fondamentale mantenere la stessa routine ogni giorno, incluso nei giorni festivi.
- Ascolto del corpo:
- Se si sperimenta stanchezza eccessiva o altri sintomi negativi, è importante ascoltare il proprio corpo e, se necessario, ritornare a uno schema di sonno più tradizionale.
Il sonno polifasico non è adatto a tutti e i risultati possono variare da persona a persona. Prima di adottare uno schema di sonno polifasico, è consigliabile consultare un professionista del sonno per valutare la propria idoneità e ricevere eventuali consigli personalizzati. Inoltre, è essenziale prestare attenzione ai segnali del corpo e apportare eventuali modifiche in base alle esigenze individuali.
Quali sono i rischi e quali i benefici?
Il sonno polifasico offre potenziali benefici, come un maggiore livello di energia e una maggiore efficienza cognitiva. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli dei rischi associati, tra cui l’adattamento iniziale difficile, la potenziale deprivazione di sonno profondo e la necessità di mantenere una rigorosa coerenza nei tempi dei riposini.
Rischi del sonno polifasico:
- Difficoltà di adattamento: il passaggio a uno schema di sonno polifasico può essere difficile e richiedere un periodo di adattamento, durante il quale si potrebbe sperimentare stanchezza e sonnolenza.
- Deprivazione di sonno profondo: alcuni schemi polifasici potrebbero non consentire al corpo di raggiungere una quantità sufficiente di sonno profondo, che è essenziale per il recupero fisico e mentale.
- Problemi sociali e professionali: lo schema di sonno polifasico potrebbe causare problemi nell’interagire con gli altri e nel rispettare gli orari sociali e lavorativi tradizionali.
- Stress fisico e mentale: la mancanza di un sonno continuo potrebbe aumentare lo stress fisico e mentale, specialmente nelle prime fasi di adattamento.
Benefici del sonno polifasico:
- Aumento dell’energia: alcune persone riportano un aumento dell’energia e della vigilanza durante i periodi di veglia, poiché cercano di massimizzare i cicli di sonno rem.
- Miglioramento della concentrazione: la suddivisione del sonno potrebbe contribuire a mantenere livelli costanti di concentrazione e prestazione cognitiva durante il giorno.
- Aumento della flessibilità: uno schema di sonno polifasico potrebbe consentire una maggiore flessibilità negli orari di lavoro e di studio, adattandosi meglio a uno stile di vita impegnato.
- Riduzione del tempo di sonno totale: l’adozione di uno schema polifasico potrebbe ridurre il tempo totale dedicato al sonno, consentendo più tempo per altre attività.
Che differenza c’è tra Sonno REM e sonno profondo?
Comprendere la differenza tra il sonno REM e il sonno profondo è cruciale per valutare l’efficacia del sonno polifasico. Il sonno REM è associato ai sogni vividi e alla consolidazione della memoria, mentre il sonno profondo è la fase più riposante, fondamentale per il recupero fisico e mentale.
Il sonno REM è una fase caratterizzata da un’attività cerebrale intensa, simile a quella dello stato di veglia. Durante questa fase, gli occhi si muovono rapidamente in diverse direzioni, da cui il nome “Rapid Eye Movement”. È associato a sogni vividi e intensa attività neurale, e svolge un ruolo chiave nella consolidazione della memoria e nell’apprendimento. Alcuni studi suggeriscono che il sonno REM possa contribuire alla risoluzione di problemi complessi e alla creatività.
Il sonno profondo è noto anche come sonno a onde lente o sonno delta. Questa fase è caratterizzata da onde cerebrali lente e regolari, e è fondamentale per il recupero fisico e mentale. Durante il sonno profondo, il corpo rilascia ormone della crescita, contribuendo alla riparazione e al rinnovamento delle cellule. Inoltre, questa fase è cruciale per il consolidamento delle memorie procedurali e per il ripristino dell’energia fisica.
Entrambe le fasi sono parte di un ciclo del sonno naturale e si alternano durante la notte in modo regolare. È importante che entrambe le fasi siano presenti in quantità adeguate per garantire un sonno completo e rigenerante.
Nel contesto del sonno polifasico, il tentativo di massimizzare la fase REM potrebbe comportare una riduzione del tempo dedicato al sonno profondo. Ciò solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di uno schema di sonno polifasico e sulla sua capacità di fornire tutti i benefici necessari per il corpo e la mente.
Chi Dormiva 15 minuti ogni Ora?
Un esempio notevole di praticante del sonno polifasico è stato il polistrumentista e inventore Nikola Tesla. Si racconta che Tesla adottasse uno schema di sonno polifasico, dormendo solo 15 minuti ogni ora, asserendo che questo gli conferiva un vantaggio nella produttività e nella creatività. Pare che molti grandi menti condividessero la pratica di questo metodo, persino Leonardo da Vinci. La leggenda suggerisce che Leonardo da Vinci adottasse uno schema di sonno polifasico, suddividendo la giornata in brevi intervalli di sonno, con sessioni di soli 15 minuti ogni ora. Si ritiene che questa abitudine gli conferisse un vantaggio nella produttività e nella creatività, consentendogli di rimanere sempre attivo e mentalmente acuto, ma non esistono prove storiche o documenti autentici che confermino questo aneddoto sull’artista rinascimentale.
Questa storia è spesso citata come esempio della straordinaria dedizione di Leonardo alla sua arte e alle sue numerose attività, suggerendo che il suo genio artistico e scientifico fosse alimentato da uno stile di vita unico nel sonno. Tuttavia, va notato che questa leggenda potrebbe essere basata su interpretazioni errate o essere il risultato di narrazioni distorte nel corso del tempo.