Roma, 30 mar. (Adnkronos Salute) – Per i pazienti adulti con dermatite atopica grave, candidati alla terapia sistemica, è disponibile in Italia un farmaco in mono-somministrazione orale giornaliera. Si tratta di Cibinqo* (abrocitinib) di Pfizer, un inibitore della Jak1 approvato e rimborsato per le persone che nel nostro Paese convivono con una forma grave di questa patologia, con un rilevante impatto sulla qualità di vita dei pazienti e delle famiglie. È quanto comunica l’azienda statunitense.
“La missione di Pfizer è quella di sviluppare e rendere disponibili innovazioni scientifiche in grado di portare cambiamenti concreti nella vita dei pazienti – afferma Francesca Cozzolino, Direttore Inflammation&Immunology e Rare Disease di Pfizer in Italia – Abbiamo concentrato i nostri sforzi in aree dove riteniamo di poter dare un contributo unico e di rispondere a importanti bisogni, come le malattie infiammatorie croniche e abrocitinib ne è un esempio. La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica ricorrente della pelle con una patogenesi complessa, fonte di discomfort per gli adulti tanto che si è rivelata una delle patologie cutanee con il più alto livello di disabilità, nel Global Burden of skin disease study del 2013. Pfizer è stata la prima azienda farmaceutica a dedicarsi allo studio del ruolo svolto dai JAK-inibitori all’interno dei processi infiammatori: si ritiene che il pathway Jak-Stat svolga un ruolo importante nei processi infiammatori in quanto coinvolto nella segnalazione di oltre 50 citochine e fattori di crescita, molti dei quali determinano patologie immuno-mediate. L’inibizione delle Jak rappresenta, quindi, una risorsa importante per lo sviluppo di nuove opzioni di trattamento a beneficio di tante persone che soffrono ogni giorno per queste patologie”.
Prurito intenso e incessante, dolore, insonnia, autoisolamento, stress e stigma sociale interessano, in Italia, oltre 35.000 bambini e adulti che convivono con una forma severa di dermatite atopica, malattia infiammatoria cronica della pelle che condiziona pesantemente le attività diurne e notturne dei pazienti. La ricerca in questo campo della medicina – riporta una nota – è progredita nell’ultimo decennio e sempre più numerose sono le terapie a disposizione dei pazienti. L’ultima arrivata, a disposizione degli specialisti, è abrocitinib, rimborsata dall’Aifa e dal Ssn (Gazzetta Ufficiale del 27 gennaio 2023), che potrà rivoluzionare la gestione clinica della malattia.
Considerata fino a pochi anni fa una patologia esclusiva dell’età pediatrica – prosegue la nota – può proseguire nell’adolescenza e nell’età adulta o può insorgere ex novo in adulti e addirittura dopo i 65 anni di età. “Si tratta di una malattia cutanea infiammatoria cronica che può perdurare per tutta la vita con fasi alterne di remissione e riacutizzazioni – spiega Giuseppe Monfrecola, presidente della Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) – Può interessare testa, tronco e arti ma spesso le sedi maggiormente colpite sono volto, collo, mani; per questa sua visibilità e il forte prurito, la patologia ha un pesante impatto sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. In Italia colpisce l’età pediatrica con percentuali del 15% circa, e con percentuali dell’8-10% in giovani/adulti”.
Nella fase acuta la dermatite atopica, che ha un andamento altalenante e può favorire le allergie (non il contrario), si manifesta con arrossamenti spesso associati a vescicole essudative. Nel tempo le lesioni progrediscono e diventano squamose, mantenendo l’arrossamento cutaneo. Per il paziente anche azioni normali per chiunque, come un bagno al mare o in piscina, fare jogging, passeggiare in un parco, possono essere attività sconsigliabili. La malattia si ripercuote sulla sfera interpersonale e lavorativa, a causa dello stigma sociale conseguente alle manifestazioni cutanee.
“Abrocitinib è un farmaco orale, assunto con una sola somministrazione al giorno, che agisce bloccando una Janus chinasi che interviene nella trasduzione di segnali infiammatori della dermatite atopica – sottolinea Giampiero Girolomoni, direttore Uoc di Dermatologia e malattie veneree Azienda ospedaliera di Verona – Si tratta di un antinfiammatorio specifico per questa malattia della pelle, che agisce bloccando sia i mediatori dell’infiammazione sia i mediatori del prurito: in questo modo riduce l’infiammazione cutanea e riduce il forte prurito. Il meccanismo d’azione è abbastanza rapido e nel giro di pochi giorni i pazienti riscontrano un miglioramento della sintomatologia. Abrocitinib va somministrato a pazienti selezionati e monitorati, giovani/adulti (dai 18 anni di età) colpiti da una malattia più grave. Sei studi sono stati condotti per valutare efficacia e sicurezza del farmaco, rigorosi e su vaste popolazioni, controllati e randomizzati, verso placebo o verso altri farmaci attivi di riferimento che hanno dimostrato la superiorità di abrocitinib nella risoluzione precoce di segni e sintomi e un’ottima tollerabilità. Il farmaco può essere assunto per tutto il tempo che serve, può essere interrotto e ripreso a seconda delle necessità. Si inizia la terapia con una dose un po’ più alta e man mano si riduce il dosaggio a seconda della risposta del paziente, fino ad arrivare ad una dose di mantenimento”.
La diagnosi di dermatite atopica è in genere tardiva; spesso va fatta una diagnosi differenziale con altre patologie cutanee, come, ad esempio, la dermatite seborroica o la psoriasi. Quanto alla prognosi, la malattia può migliorare o scomparire entro i primi 5 anni di età ma le riacutizzazioni sono frequenti in adolescenza e nell’età adulta.
“Rispetto a 20 o 30 anni fa – conclude Mario Picozza, presidente Andea, Associazione nazionale dermatite atopica – le cose sono un po’ migliorate, dermatologi formati e centri di dermatologia sono presenti in tutto il Paese e sono disponibili molti più presidi terapeutici rispetto a prima. Ma c’è ancora molto da fare. Convivere con una malattia come la dermatite atopica è una battaglia e una sfida continua. I risvolti psicologici sono importanti: la consapevolezza del proprio corpo, l’autostima, il distress e la paura del giudizio degli altri. Frequenti i fenomeni di isolamento sociale e di bullismo. Tutto questo genera ansia, depressione, tristezza, paura e ritiro sociale. La dermatite atopica è stata sottovalutata e sottotrattata per anni. Come Associazione abbiamo stilato un manifesto programmatico con i 10 punti sui quali chiediamo interventi puntuali alle istituzioni e lo facciamo partecipando ove possibile ai tavoli decisionali e mantenendo un dialogo costante con i decisori politici”.