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Medicina: Bologna, recupera vista con trapianto cornea artificiale, primo in Italia

Roma, 14 dic. (Adnkronos Salute) – Da zero a 6 decimi con un intervento di mezz’ora: una paziente di 76 anni torna a vedere dopo 5 anni di cecità. E’ il risultato del primo trapianto in Italia, il centesimo al mondo, realizzato con una protesi endoteliale in materiale polimerico che funziona come endotelio di una cornea artificiale. L’eccezionale intervento è stato eseguito al Policlinico Sant’Orsola di Bologna da Luigi Fontana, docente di Malattie dell’apparato visivo dell’Università di Bologna e direttore dell’Oftalmologia dell’Irccs bolognese, che ha già replicato l’operazione quattro volte.

“Parliamo di una protesi in materiale polimerico che funziona come endotelio di una cornea artificiale – spiega Fontana – L’endotelio corneale è una membrana che svolge un compito fondamentale per il mantenimento della trasparenza della cornea e quindi per vedere correttamente: per questo nei pazienti affetti da deficit del suo funzionamento il trapianto da donatore fino ad oggi era l’unico intervento in grado di ristabilire la funzione visiva. Con un intervento che sfrutta una protesi in materiale polimerico, simile alla plastica, il valore aggiunto principale sta nella minore percentuale di rigetto e nella poca invasività dell’intervento, quasi ambulatoriale”.

Il trapianto di cornea – spiega una nota del Policlinico Sant’Orsola di Bologna – è ancora l’intervento più diffuso per numero di pazienti: in Italia ne vengono eseguiti più di 5.000 ogni anno. Le tecniche si sono evolute nel tempo, tuttavia, esistono ancora condizioni in cui il trapianto di endotelio da donatore ha breve durata o impossibilità di essere eseguito: parliamo di pazienti già sottoposti a trapianti di endotelio falliti per causa di rigetto o per la presenza di altre patologie oculari. I risultati del primo intervento eseguito all’Irccs Sant’Orsola e di quelli successivi, dunque, confermano le potenzialità dell’utilizzo di una materiale artificiale per trattare alcune forme di opacizzazione della cornea. Più specificatamente, parliamo di un sottile strato di un materiale sintetico di 50 micron di spessore e 6,5 mm di diametro: come una piccola lente a contatto morbida e pieghevole che una volta introdotta nell’occhio viene fatta aderire alla parete interna della cornea.

Non siamo ancora al punto da pensare che l’endotelio artificiale possa sostituire del tutto il trapianto di tessuto da donatore: quest’ultimo è infatti – spiega ancora la nota – ancora in grado di garantire un eccellente risultato visivo con bassi rischi di complicanze e soddisfazione nei pazienti che recuperano la vista pienamente. Ma gli studi in corso dimostrano la sicurezza e l’efficacia di questo tipo di impianti in pazienti con particolari e complesse patologie corneali.

Giancarla, la paziente che ha riacquistato la vista grazie all’intervento, è affetta da una patologia chiamata scompenso endoteliale con una conseguente opacizzazione della cornea e glaucoma. Negli ultimi anni era stata già sottoposta a due interventi di trapianto con cellule endoteliali da donatore, falliti entrambi. Prima dell’operazione era considerata una paziente ‘visus moto manu’: una condizione assimilabile alla cecità totale, perché in grado di distinguere solo ombre e luce ma non le forme. A fine agosto è stata sottoposta all’intervento con impianto di endotelio artificiale, il primo in Italia e il 100esimo al mondo, attualmente la sua cornea è trasparente e la sua capacità visiva è di 6 decimi. Un risultato straordinario – conclude la nota – considerando le condizioni di partenza e il passato della paziente.