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Salute: allarme psichiatri, boom psicofarmaci ‘ricreativi’ tra i ragazzi

Milano, 25 gen. (Adnkronos Salute) – Li comprano online o li prendono dall’armadietto di casa, altrimenti se li procurano in giro. E li utilizzano nelle serate con gli amici. Il nuovo sballo: psicofarmaci, usati per scopi ‘ricreativi’. A lanciare l’allarme sul boom di questa pratica sono gli esperti della Società italiana di neuro-psico-farmacologia (Sinpf), in congresso da oggi a Milano e Venezia. Le cure farmacologiche nel campo della salute mentale, anche dei bambini e degli adolescenti, sono fondamentali, puntualizzano. La ricerca ha compiuto passi straordinari avanti in tutti i campi per questa fascia d’età. Ma quando questi farmaci vengono sottratti e utilizzati senza alcun controllo, secondo modalità non corrette, come un nuovo modo di superare i limiti, il discorso cambia. Così, avvertono gli specialisti, si “mette a rischio la propria salute e la propria vita”.

Il fenomeno è “in crescita costante”, tra il 15 e il 20% negli ultimi 5 anni, stimano. Questo grazie anche alla facilità di reperimento dei medicinali in questione. Secondo lo studio Espad dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), infatti, questi farmaci sono troppo spesso disponibili in casa (42%), acquistati facilmente su Internet (28%), recuperati per strada (22%), sfuggendo così al controllo di adulti e medici. Consumi che nell’ultimo periodo, a seguito anche dell’effetto pandemia, avrebbero superato abbondantemente il 6%, almeno nel 10% dei giovani, alimentando la dipendenza associata anche agli effetti collaterali di altre sostanze psicoattive (tabacco, energy drink, benzodiazepine e sostanze stupefacenti), e lo sviluppo di comportamenti pericolosi.

Questi numeri hanno quindi portato gli esperti della Sinpf a fornire anche una serie di consigli attraverso un vademecum dedicato a cittadini, genitori, ragazzi e anche medici.

Sono cinque i punti che gli psichiatri propongono per contrastare l’abuso di psicofarmaci. 1) No al ‘fai da te’ e alla cosiddetta ‘assunzione per opportunità’: rivolgersi sempre al medico; 2) Non sottovalutarne la potenza terapeutica e le importanti ricadute collaterali; 3) Tenerli fuori dalla portata di chiunque possa approfittarsene o fare un cattivo uso; 4) Avviare campagne di sensibilizzazione e counselling mirati a pazienti, ai giovani in particolare e alla cittadinanza in generale; 5) In caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore, seguire sempre le indicazioni dello specialista.

“Questi psicofarmaci rappresentano per molti un’ancora di rassicurazione”, analizza Matteo Balestrieri, ordinario di Psichiatria all’Università di Udine e co-presidente della Sinpf, che elenca gli usi distorti osservati tra i ragazzi: “Per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a farmaci dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore”. Sono le molle che spingono questi giovani “ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia, reperiti in luoghi sicuri, come la casa in caso di familiari che già ne facciano uso, o in altri modi molto più insidiosi, come il web e la strada, sedi di un nuovo e più moderno spaccio, con reali rischi di overdose”. Un trend, prosegue l’espertto, “purtroppo sempre più generalizzato tra i giovani e da cui non sono esenti neppure i ragazzi italiani, come dimostrano i dati dello studio Espad”.

Detto questo, aggiunge Claudio Mencacci, direttore emerito di Psichiatria all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente Sinpf, “gli psicofarmaci, insieme a un percorso terapeutico a 360 gradi, sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e nei giovanissimi. Non bisogna averne paura, non ce n’è alcun motivo – precisa – Molte patologie curate per tempo, nei giovani, garantiscono loro un futuro. Se invece queste cure vengono usate con modalità e intenzioni diverse, non aiutano e soprattutto possono avere ripercussioni negative. Preoccupa perciò tutti noi la facilità con cui i ragazzi riescano a procurarsi psicofarmaci al di fuori dei canali ufficiali, la conoscenza dei luoghi e le modalità per ottenerli”. Da qui la necessità, “prioritaria” per lo specialista, “di avviare campagne di sensibilizzazione e informazione sul fenomeno e sui rischi associati alla possibile dipendenza da abuso di psicofarmaci, tanto più grave se fuori controllo medico, e di azioni educazionali che ne favoriscano il contrasto, anche con il coinvolgimento delle istituzioni: dalla scuola, alla classe medica, medici di medicina generale e specialisti, alle famiglie”.

Qual è il quadro che emerge dall’indagine Cnr? La tipologia di psicofarmaci senza prescrizione medica maggiormente utilizzata nel corso dell’ultimo anno è quella dei farmaci per dormire (5%). Seguono quelli per l’umore e le diete (1,7% per entrambe le tipologie) e quelli per l’attenzione (1,2%). Le studentesse utilizzano in percentuale maggiore tutte le tipologie, con un rapporto di genere minimo pari a 1,8 in relazione ai farmaci per l’attenzione e più che triplo (3,4) quando si analizzano quelli per le diete.

In generale il rapporto riferisce inoltre che il 18% degli studenti ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso del 2021; il 2,8% ne ha fatto un uso frequente e quasi il 10% degli studenti è un ‘poliutilizzatore’, facendosi di almeno due sostanze negli ultimi 12 mesi. La sostanza illegale più diffusa è la cannabis, seguita dalle cosiddette ‘New Psychoactive Substances’, sostanze sintetiche che mimano gli effetti di altre sostanze più note.