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Sanità: Ordini infermieri, ‘contro aggressioni priorità decongestionare ospedali’

Milano, 16 gen. (Adnkronos Salute) – “Condivido la visione del ministro Orazio Schillaci: per fronteggiare e contrastare violenze e aggressioni” al personale sanitario in Italia “è necessario, in primis, decongestionare i Pronto soccorso. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale puntare e investire sulla sanità territoriale, avviando finalmente quel processo di deospedalizzazione di cui si parla ormai da tantissimi anni”. Lo spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche. “Devono esserci strutture e servizi cui possano rivolgersi i casi meno gravi – sottolinea in una nota – abbattendo così i tempi di attesa negli ospedali e migliorando tutto ciò che si trova fuori il Pronto soccorso. Anche perché spesso non è solo una questione di gravità del caso, ma di appropriatezza: le persone spesso chiedono al Pronto soccorso e al 112 risposte che devono essere date dal territorio”.

“E’ un tema che riguarda anche l’appropriatezza delle cure”, insiste Mangiacavalli: “Nei Pronto soccorso si devono trattare soltanto le emergenze – precisa – rafforzando invece la rete territoriale di assistenza primaria. Ci sono situazioni che devono essere affrontate ad esempio presso le strutture intermedie, con la rete degli infermieri di famiglia e comunità e dei medici di medicina generale, con i servizi socio assistenziali che però devono essere riqualificati e potenziati, a partire da un’estensione della loro disponibilità oraria e di personale. In questo senso il Pnrr”, Piano nazionale di ripresa e resilienza, “rappresenta un serbatoio di opportunità che occorre valorizzare, senza farsi sfuggire l’occasione per ridisegnare con maggiore razionalità i nostri modelli organizzativi”, evidenzia la presidente degli infermieri italiani.

“Allo stesso tempo – aggiunge – serve una maggiore formazione che consenta agli operatori che si trovano in prima linea di affrontare con adeguata preparazione le situazioni più rischiose, inserendo anche specifici corsi negli ordinamenti universitari”. Ancora, “un altro strumento potrebbe risiedere nello snellimento delle attese stressanti, attraverso meccanismi di smistamento alternativi a bassa intensità e gestione infermieristica per ridurre la tensione dei pazienti”. Infine, conclude Mangiacavalli, “occorre rendere sempre più attrattivo il ruolo delle professioni sanitarie che possono assolvere una funzione decisiva nel decongestionamento degli ospedali e dei pronto soccorso”.